La "Borsa" dei Bitcoin conquista Wall Street

Coinbase, la piattaforma per le criptovalute, debutta in rialzo del 50%: vale 100 miliardi

La "Borsa" dei Bitcoin  conquista Wall Street

Coinbase debutta con il botto sul Nasdaq con un ticker dedicato, Coin, ed è già una rivoluzione. La sua quotazione dà indirettamente accesso ai mercati regolamentati alle monete digitali, sistemi di pagamento svincolati da enti centrali governativi e, ad oggi, privi di alcun corso legale ai quattro angoli del globo.

L'operazione è destinata a fare epoca per metodologia (si è trattato di un colossale direct listing), valutazione e soprattutto business. Se fino al 2009 le valute digitali erano solo nell'immaginario di Satoshi Nakamoto a cui si deve la creazione dei Bitcoin, oggi Coinbase, la principale piattaforma di scambio di criptovalute, vale più della capitalizzazione di tutte le banche quotate in Piazza Affari. A differenza degli istituti di credito tricolore, tuttavia, oltre il 96% dei ricavi di Coinbase deriva dalle commissioni stellari pagate dagli utenti sulle compravendite (stimate allo 0,57% sul 2020 rispetto allo 0,01% calcolato sul Nasdaq e il Nyse) di questa sorta di stringhe di dati crittografati codificati, il cui valore dipende unicamente dalla disponibilità ad accettarli quali pagamenti da parte di privati. Una disponibilità in espansione con gli investitori istituzionali che stanno prendendo posizione su queste attività, ma che comunque non può essere data per scontata. Insomma, si tratta di un business estremamente volatile, dipendente dall'andamento di Bitcoin ed Ethereum (le cui transazioni rappresentano il 56% dei volumi), soggetto a una probabile concorrenza crescente che ne potrebbe i ridurre margini, ai rischi informatici (un cyber attacco potrebbe svuotare i wallet digitali in modo irreversibile) e a una regolamentazione sempre più stringente. La missione di Coinbase è quella di aumentare la libertà economica nel mondo e le criptovalute possono fornire a chiunque i principi fondamentali della libertà economica teorizza nella lettera ai potenziali azionisti Brian Armstrong che, nel 2012, ha dato vita a Coinbase. Come Google ha democratizzato l'accesso alle informazioni attraverso un motore di ricerca di facile utilizzo, così Coinbase sta democratizzando l'accesso alla cripto economy sostiene il prospetto. Nei giorni precedenti alla quotazione la tensione sul mercato la tensione è arrivata alle stelle anche perché con il collocamento diretto dei 114,85 milioni di titoli ordinari di Classe A (a cui corrisponde un diritto di voto a differenza dei 20 attribuiti ai titoli di Classe B), l'approdo sul Nasdaq è stato senza intermediazioni. Si ipotizzavano valutazioni comprese tra 19 e 230 miliardi di dollari: la società d'altro canto sta registrando un'espansione vorticosa forte a fine marzo di 56 milioni di utenti (dai 43 milioni di fine 2020) e di 335 miliardi di volumi (dai 193 miliardi dell'intero 2020). Nel trimestre Coinbase ha registrato un giro d'affari di 1,8 miliardi (rispetto agli 1,27 miliardi sull'intero 2020) con un utile preliminare compreso tra i 730 e gli 800 milioni, più del doppio dei profitti generati sui dodici mesi.

Ieri mattina è stato fissato a 250 dollari per azione il prezzo di riferimento, pari a una capitalizzazione di 65 miliardi, più di sette volte la valorizzazione raggiunta nell'ultimo round di finanziamenti del 2018 e più dell'Intercontinentale Exchange (a cui fa capo il Nyse). Ma già subito in apertura il prezzo è schizzato a 350 dollari per una capitalizzazione di 91 miliardi, per poi portarsi alle 19.30 a quota 414 dollari per azione.

L'entusiasmo su Coinbase sta innescando un corto circuito sulle valute digitali: ieri il Bitcoin ha toccato quota 63.414 dollari dai 28.990 dollari di fine dicembre. E dopo Coinbase ad affacciarsi sul mercato potrebbero essere concorrenti come Binance e Kraken.

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