Il 2021 sarà un anno da ricordare per Piazza Affari. Milano chiude i dodici mesi in rialzo del 23% (+44% il segmento Star), una performance inferiore solo a quella di Parigi (+29%) e di Amsterdam (+26%) nel Vecchio Continente, una capitalizzazione di 757 miliardi pari al 43,1% del Pil (dal 37% del 2020) e il ritorno delle Ipo: 49, di cui 5 su Euronext Milan (un anno fa erano state 22, di cui solo una sul listino principale). Le matricole hanno segnato il nuovo record dal 2000 a fronte di 20 addii (14 tramite Opa).
Borsa italiana conta su 407 società (232 sull'Euronext Milan), che quest'anno hanno raccolto 3,7 miliardi tra debutti (2,3 miliardi) e 16 ricapitalizzazioni, oltre ad aver attratto 21 offerte pubbliche di acquisto (12 un anno fa) per un controvalore di 6,79 miliardi. Quanto alle obbligazioni, il Mot registra 1.386 titoli quotati, l'ExtraMot 638 ed ExtraMot Pro3 130.
Numeri importanti in Europa, tanto che Stephane Boujnah, ad e presidente del consiglio di gestione di Euronext, circuito paneuropeo in cui Piazza Affari è entrata lo scorso aprile, ha ammesso: «Abbiamo confermato la nostra posizione da infrastruttura leader in Europa grazie all'ingresso di Borsa italiana e traendo beneficio condizioni post Brexit». Il circuito, che comprende sette mercati, è sede di 1.659 azioni (212 i debutti nel 2021) per un controvalore di 6.900 miliardi. Sul fronte obbligazionario sono 52mila le obbligazioni quotate e 14.600 i nuovi bond ammessi nel corso dell'anno (+35% grazie soprattutto al raddoppio delle emissioni Esg).
Se a livello globale i protagonisti del 2021 sono stati energia, auto e hi-tech (i cui indici settoriali dell'S&P500 sono saliti rispettivamente del 48%, del 55% e del 35%), Milano è stata dominata dall'andamento del comparto finanziario attraversato da un effervescente processo di consolidamento in corso. Il cambio al timone e il nuovo piano industriale hanno sostenuto al rialzo Unicredit (+76%) nonostante il tira e molla su Mps (-14%). In luce anche Banco Bpm (+45,8%), Pop. Sondrio (+68%) e Bper (+22%) da cui potrebbe passare il prossimo giro di danze, oltre a Banca Generali (+42%) che potrebbe essere coinvolta nel braccio di ferro in corso tra Mediobanca (+33,4%) e Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio per la conquista della capogruppo Generali (+30%). Sul fronte industriale bene Cnh Industrial (+63,5%), Interpump (+60,9%), Stm (+45%) e Amplifon (+40%). Intesa Sanpaolo (+18,4%) è stata, ancora una volta, l'azione più scambiata per un controvalore di 53,4 miliardi, mentre Stellantis (+40,8%) si è aggiudicata il primo posto per numero di contratti (4,6 milioni circa).
In Piazza Affari il rialzo, in questo secondo anno di Covid, è stato generalizzato. A sorprendere è infatti il gran numero di società che hanno raddoppiato il proprio valore tra cui Alerion Cleanpower (+186,9%) a Exprivia (+183%), Aeffe e Ovs (+150%), Bialetti (+142,8%), El.En (+132%), It Way (+141%), Seco (+135,8% dall'Ipo), Maire Tecnimont (+127%), Safilo (+117,7%) e Caleffi (+104%), oltre ad Alkemy, (+228%) e Gabetti (+217,4%) che hanno addirittura triplicato il loro valore.
Le performance negative sono poco più di una manciata.
Tra i pesi massimi si notano i cali di Enel (-14,8%), Saipem (-15%) e Nexi (-14,6%), mentre al di fuori dell'indice principale soffrono l'ex stella tlc Tiscali (-42%), Technogym (9%); Juve (-47,6%) che ha dapoco chiuso un aumento di capitale da 400 milioni; ePrice (-72%) e Bioera (-66%) alle prese con un difficile rilancio.
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