Dopo l'ennesimo tonfo dei mercati asiatici (Shanghai e Shenzen hanno perso più del 3%) e il prezzo del petrolio che continua a scendere, si registra un venerdì nero anche per tutti i mercati europei. A Piazza Affari il Ftse Mib ha chiuso con un calo del 3,07% a 19.195 punti. A pesare i crescenti timori degli investitori sulla crescita globale e, soprattutto, il tonfo del petrolio a New York tornato sotto i 30 dollari al barile. Tra i peggiori titoli, protagonisti anche di sospensioni al ribasso, si segnalano Mps (-6,7%), Yoox Net-a-Portèr (-6,5%), Tenaris (-6,2%) e Finmeccanica (-4,7%). Male anche la galassia Agnelli, con Fca che arretrata del 2,78%, Ferrari del 3,27% ed Exor (-5,55%). Tra gli altri congelati al ribasso risultano anche la Bper (-5,14%), Banca Mediolanum (-3,75%). Forti vendite anche su Telecom (-5,5%) nel giorno in cui è emerso che Vivendi ha incrementato la quota di un altro 0,8% circa, arrivando oltre il 21%. L’unico titolo a chiudere intorno alla parità è stato invece quello di Italcementi (+0,10 a 10,20 euro) in vista dell’Opa di HeidelbergCement di 10,60 euro per azione. Da inizio anno Piazza Affari ha perso il 10%.
Le altre borse europee
Londra scende dell’1,4%, penalizzata dai titoli minerari, con Bhp che perde il 6,3%. Parigi arretra dell’1,64%, con Renault a -2,6%, dopo aver ceduto ieri oltre il 10%. Francoforte scende dell’1,66%. Partite in negativo sulla scia del calo del greggio,
sceso sotto i 30 dollari al barile, e del nuovo tonfo delle borse cinesi, le piazze europee hanno accelerato al ribasso dopo la pubblicazione dell'indice manifatturiero Empire State di New York, che a gennaio si è attestato a -19 punti, decisamente sotto le previsioni, fissate a -4 punti.
Tracollo di Shanghai: -20% da dicembre
La Borsa di Shanghai chiude in calo del 3,55% a 2.900 punti. Dai massimi di dicembre l’indice Shanghai Composite ha perso il 20% entrando in una fase di mercato ritenuta dagli addetti ai lavori recessiva o di "bear market", il cosiddetto "Orso".
Ancora una chiusura in ribasso per la Borsa di Tokyo, in rosso per l’apprezzamento dello yen. Dopo un’avvio di seduta in rialzo di più del 2%, l’indice Nikkei dei titoli guida ha terminato la giornata in flessione dello 0,54%, in calo di 93,84 punti a 17.147,11 punti. L’indice ha perso il 3,11% nel corso della settimana e il 9,91% dall’inizio dell’anno, il peggiore dal 1949, con un solo aumento in nove sedute.
Le quotazioni a Wall Street
Chiude in forte perdita la borsa di Wall street. L'indice Dow Jones cede il 2,39% fino a 15.987,40 punti. L'indice Nasdaq perde il 2,74% fino a 4.488,42 punti. Da inizio anno l’indice newyorkese ha già mandato in fumo 1.500 miliardi di dollari di capitalizzazione. A pesare nella seduta odierna sono stati anche i dati sulla produzione industriale, che a dicembre è scesa dello 0,4%, ovvero più delle attese.
L’indice Empire State di New York, che misura la salute del comparto manifatturiero, a gennaio ha fatto registrare -19,37 punti, molto peggio rispetto alle previsioni (-4 punti). In calo anche i prezzi alla produzione, che hanno registrato un meno 0,2%. Altro dato negativo: l'indice Vix (che misura la volatilità dei mercati, il cosiddetto "termometro della paura") è balzato dal 3,4% a 27,5%.
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