L’inflazione è il mostro da combattere. E i mercati finanziari la temono come la morte, perché se per noi schiantarsi contro un Tir è la fine anche per gli asset finanziari l’incremento dei prezzi è la fine. Soprattutto quando qualcuno in giro comincia a dire che negli USA (e nel resto del mondo, perché se gli USA hanno il raffreddore in Europa ci prendiamo la polmonite) l’inflazione è “de-anchored” ovvero si traduce “selvaggia”. Di solito la trasmissione dell’inflazione parte dai prezzi alla produzione (che in Italia segnano un terrificante +30% tendenziale) e si sposta sui prezzi ai consumatori (che sono ancora sotto il 10% in Italia). Detto questo si capisce bene come siano fondati i motivi per la stretta creditizia che si sta annunciando in giro per il mondo. Anni fa il problema era che l’inflazione era stabilmente sotto il 2% e ora il problema è l’opposto perché per i prossimi anni sarà stabilmente sopra il 2%. Se mi chiedete quale sia il mondo normale, sopra o sotto il 2% non ve lo so dire, perché siamo passati dal mondo anormale dei tassi troppo bassi al mondo anormale dei tassi troppo alti (ci arriviamo tra poco).
Negli USA il mercato immobiliare sta battendo in testa perché i prezzi delle case ormai erano fuori controllo. A Miami mi offrirono un appartamento vista mare di 150 metri quadri con piscina nuovo (da finire) a 200.000 dollari nel 2009. Ora mi dicono costi 10 volte quel prezzo. Alla faccia delle nostre città con prezzi da 1500 – 2000 euro metro quadro.
I tassi sui mutui sono passati dal 3 a più del 5 % sui 30 anni in pochi mesi e i prezzi di una unità singola di abitazione fino a 420.000 dollari, quando la norma negli ultimi anni era a cavallo dei 250.000 dollari. Se l’incremento dei tassi serve a riportare l’inflazione ad un livello “normale” sia il benvenuto ed insieme ad esso lo stop al mercato immobiliare che ormai è fuori controllo (negli USA almeno).
Purtroppo a volte le banche centrali fanno danni perché la perfezione è dei cieli e non della terra e alzando i tassi sbattono l’economia in recessione. Questo è quello che temono i mercati. E a questo si aggiunge la guerra in Ucraina con le devastanti asserzioni di Putin al meeting di San Pietroburgo. Le conseguenze le vedremo nel lungo periodo, soprattutto perché gli ucraini non vogliono sedersi al tavolo della pace. Se guardate alcuni interessanti canali youtube fatti da ex ufficiali ucraini con informazioni di prima mano verrete a sapere che le intenzioni dei 3 leader europei a Kiev la scorsa settimana erano l’opposto di quello che hanno raccontato: Kiev deve accettare la perdita dei territori. Subito dopo altre news che dicono che gli USA non daranno missili Hellfire per paura che cadano in mano ai russi o che gli ucraini non sanno ancora utilizzare la armi ad alta sofisticazione che sono già state consegnate (i sistemi di puntamento dell’artiglieria ad esempio). Insomma se ragionate come esperto di disinformazione capite che qualcosa si è rotto da parte degli occidentali perché per il momento ridiamo e dormiamo sonni tranquilli con l’Eni che assicura che non ci dobbiamo preoccupare ma l’inverno avanza e Tomasini si è già comprato la stufa a pellet con 100 sacchi del prezioso combustibile.
Un alto ufficiale dell’esercito ucraino ha dichiarato che l’Ucraina sarà pronta a negoziare a fine agosto quando avrà riconquistato Kherson dove gli ucraini sono a 10 km dal centro della città e lanciano volantini assicurando "stiamo arrivando”.
Non so militarmente parlando se tutto questo abbia un senso. Sicuramente l’Europa non può permettersi un inverno al freddo pena la deindustrializzazione dell’Europa stessa con le industrie del vecchio continente ferme (i cinesi ne godrebbero molto e questo inquieta).
So che più ci avvicineremo all’inverno più aumenteranno le pressioni per chiudere il conflitto ucraino: quanti morti è disposta a seppellire in Ucraina l’Europa per poter mangiare la pizza a novembre ? Sembra molti visto che il 42% degli italiani è oggi contrario all’invio di armi in Ucraina. Della serie prima si fanno deportare e meglio per tutti noi che potremo continuare a mangiare la pizza.
Se guardiamo a quanto hanno perso le borse (nella immagine che segue il grafico dei tracolli dell’SP500) vediamo come questa discesa delle Borse è di una importanza numerica simile a quella delle altre crisi che si sono succedute nell’ultimo ventennio:
E come si dice in gergo quanto più la notte è scura quanto più l’alba è vicina.
Infatti se guardiamo a cosa succede dopo i tracolli di Borsa nella tabella che segue vediamo che sono tutti rendimenti positivi. E’ la strategia del Dip Buying ovvero compra quando le azioni sono crollate. Funzionerà anche ora?
Gli obiettivi del ribasso, posti sui massimi pre-pandemia, sono stati raggiunti da quasi tutti gli indici o ci mancano dei pugni ancora di punti percentuali. E giovedì e venerdì scorsi Wall Street non è caduta a piombo.
Siamo sul fondo ?
Se volete saperne di più potete guardare la video registrazione del mio webinar dello scorso venerdì (clicca qui).
Per il momento consoliamoci con qualche titolo di Borsa Italiana che come il prosciutto piace sempre a tutti:
(Ha collaborato Paolo Braglia)
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