La botta sul 730: chi avrà tagli sui rimborsi

Per combattere l'evasione fiscale da riscossione, lo Stato opera "tagli" sui rimborsi che i contribuenti hanno con lo Stato: ecco come funziona il nuovo meccanismo

La botta sul 730: chi avrà tagli sui rimborsi

Niente più rimborsi "pieni" ai contribuenti che hanno debiti con lo Stato, con l'Inps o con altri enti del proprio territorio: è quanto sta decidendo il governo con tagli sul 730, ovvero il modello per la dichiarazione dei redditi dedicato ai lavoratori dipendenti e ai pensionati.

Cos'è la compensazione automatica

L'obiettivo di Palazzo Chigi è potenziare in maniera automatica quanto il singolo contribuente deve dare alle casse statali cercando di creare una specie di compensazione che possa inglobare contemporaneamente i debiti nel credito d'imposta e i crediti da riconoscere al diretto interessato. Per fare un esempio concreto, il cittadino che vanta un credito di mille euro prodotto da una detrazione menzionata nel 730 ma nello stesso momento ha anche un debito da 300 euro perchè non ha pagato una multa o una cartella erariale, si vedrebbe accreditate 700 euro con un "taglio" da 300, che poi è la somma che gli spetta, ma il tutto viene automatizzato e "sistemato" nello stesso momento come in una sorta di 2x1.

Cosa vuole evitare (lo Stato)

La norma è introdotta dal nuovo articolo 28-ter nel "Testo unico della riscossione" (Dpr 602 del 1973) che è pronta per far parte della nuova Legge di Bilancio. ha ultimato l'istruttoria tecnica ed è pronta per salire sul treno della legge di bilancio. Questo meccanismo di compensazione, come riporta Il Sole 24 Ore, altro non è che un'agevolazione per le mancate entrate nelle casse del governo (tax expenditures). Infatti, sempre più spesso capita che contribuenti chiedano e ottengano una detrazione ma hanno anche cartelle non pagate (specie agli enti locali): se il meccanismo si inceppa, si possono aprire buchi pericolosi per le casse statali.

A testimoniarlo sono i numeri: su circa 750mila persone che ogni anno ricevono controlli incrociati (crediti-debiti) e che ricevono un totale di quasi mezzo miliardo di euro come crediti di imposta, soltanto 200 milioni "tornerebbero" nelle casse statali (per i debiti accumulati dal contribuente), 23 milioni sarebbero spartiti tra i vari Enti e i restanti 240 milioni tra Comuni, Regioni ed enti privati. Prima di liquidare la somma di denaro richiesta, l'Agenzia delle Entrate verifica se il contribuente è a posto con i debiti o meno. Se è tutto ok, entro 60 giorni l'Agenzia Riscossione invia al cittadino la somma dovuta che sarà compensata con eventuali debiti "pendenti alla data della comunicazione e indicati nelle cartelle esattoriali notificate".

Chi resta escluso

I contribuenti non oggetto di questa compensazione saranno tutti quelli che hanno ottenuto dall'Agenzia una sospensione o una rateizzazione dei pagamenti ma anche coloro i quali debbano ricevere rimborsi "tagliati" sotto i 100 euro. La norma punta a combattere l'evasione da riscossione, ecco perché non si applica per le cifre piccole.

Questo nuovo meccanismo, però, può complicare la vita al contribuente perchè rischia di non vedersi attivare le procedure "esecutive come i pignoramenti per recuperare il credito vantato dallo Stato o dagli enti locali, e caricare l'addebito delle spese prodotte dalla procedura". In questo caso, il contribuente invierà comunicazione scritta all'agente di riscossione alla stessa maniera con cui può ricorrere al giudice competente per le comunicazioni di fermo o di ipoteca.

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