Campione, giallo sui debiti del Casinò

La casa da gioco: "In anticipo sui rimborsi". Ma risulta un buco residuo di 108 milioni

Campione, giallo sui debiti del Casinò
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È immersa in una gigantesca nebulosa l'entità dei debiti del Casinò di Campione d'Italia, la casa da gioco dell'exclave italiana in Svizzera che dopo aver chiuso i battenti in grave difficoltà è ripartita il 26 gennaio 2022 a valle di un laborioso concordato stipulato con il Tribunale di Como. Il Giornale si è occupato della vicenda nei giorni scorsi nell'ambito della gestione del Comune di Campione d'Italia (azionista al 100% del Casinò) e degli sprechi che ancora oggi lo affliggono. Si era parlato delle difficoltà che sta incontrando il Casinò nel tentativo di rispettare i vari obiettivi del concordato afflitto da ingressi inferiori alle attese (137mila contro i 225mila previsti), ricavi più bassi delle stime del 12% (secondo il report dei commissari) e un centinaio di assunzioni a piano finora mai avvenute.

Per fornire ulteriori dettagli, pubblichiamo la risposta del Casinò il quale per «opportuna informazione», ha segnalato un comunicato stampa caricato il 2 dicembre scorso sul sito del Casinò, in merito alla restituzione del debito. Nella nota, si precisa che la casa da gioco campionese alla fine del mese scorso ha proceduto al pagamento della quarta rata del riparto (per 15,8 milioni di euro), sottolineando un «lieve anticipo» sul rimborso di quanto dovuto rispetto alle tappe del piano concordatario. «Alla data odierna, oltre al regolare pagamento dalla riapertura di dipendenti e fornitori», prosegue il documento, «sono stati effettuati pagamenti per circa euro 47,3 milioni». L'importo residuo da pagare «da oggi al 31 dicembre 2027 è di circa 12,3 milioni di euro per residui debiti privilegiati e circa 25,5 milioni di euro per debiti chirografari. Una volta assolte queste ultime obbligazioni di pagamento, la società avrà soddisfatto le prescrizioni del Piano Concordatario». Infine, un ulteriore punto che lascia intendere una robusta riduzione del debito «a fronte di un importante accordo transattivo stipulato dal Casinò di Campione d'Italia con l'assenso degli organismi della procedura al cui controllo la società è soggetta». Insomma, secondo quanto dichiara il comunicato del Casinò, pagando entro la fine del 2027 i 37,8 milioni residui si potrebbe ritenere chiusa la partita dei vecchi debiti che hanno portato al primo crac della sala da gioco. L'accordo a cui si fa riferimento potrebbe essere quello stipulato tra il Comune e la Banca Popolare di Sondrio nell'ambito del procedimento penale pendente al Tribunale di Como nel contesto del fallimento avvenuto nell'estate del 2018. Un procedimento - si legge su una delibera della giunta di Campione dello scorso agosto - «in cui erano coinvolti ex amministratori del Comune e funzionari/dirigenti della Banca». L'accordo prevede la rinuncia a costituirsi parte civile da parte del Comune, in cambio di un risarcimento di 2,9 milioni da parte di Popolare di Sondrio (che è anche creditrice del Casinò). Si cita nella delibera, poi, come «risarcimento indiretto» l'accordo transattivo del 5 settembre proprio tra banca e Casinò per la rinuncia a 18 milioni di credito nel passivo concordatario. Non è chiaro, però, se tutto questo rimarrà valido qualora, nell'udienza in programma l'8 gennaio, il giudice decida di inserire o meno il Comune tra le parti civili del processo.

Tuttavia, anche al netto di questo i conti continuano a non essere chiari dal momento che, stante un passivo concordatario di 151,4 milioni, al netto dei riparti sui vecchi debiti già saldati il conto finale dovrebbe essere nell'intorno dei 108 milioni. E rimarrebbe in ogni caso elevato anche cancellando il credito della Popolare di Sondrio. Il che significa che la situazione è lungi dall'essere vicina alla pretesa soluzione.

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