Canone Rai esteso a telefoni e tablet: cosa può cambiare

L'amministratore delegato di Viale Mazzini avanza la proposta di estendere la tassa tv anche per i device alternativi alla tv

Canone Rai esteso a telefoni e tablet: cosa può cambiare

Smartphone e tablet tornano nuovamente nel mirino della Rai. L'amministratore delegato Carlo Fuortes, dopo aver chiesto un rialzo della quota del canone che milioni di italiani pagano con la bolletta dell'energia elettrica, ha avanzato anche la richiesta di estendere il balzello della tassa tv anche a tutti quegli apparecchi capaci di ricevere il segnale.


La proposta sui telefonini

E così, per capire meglio qual è il nuovo obiettivo di Viale Mazzini, occorre leggere per bene le parole che lo stesso Fuortes ha consegnato alle pagine di Repubblica con una lunga intervista. Proprio sul tema canone ha risposto così: "Non si tratta di una tassa sul telefonino. Ho fatto un ragionamento semplice: in base a una legge del 1938, in Italia il canone è legato al possesso di un’apparecchiatura radiotelevisiva, mentre in tutti gli altri Paesi si paga in base alla possibilità di vedere le trasmissioni. E siccome oggi tutti i device possono accedere ai programmi Rai attraverso Raiplay, sarebbe bene che anche noi ci adeguassimo".


Le richieste di Fuortes

Fuortes è abbastanza determinato nel voler aumentare gli introiti di viale Mazzini. Infatti in sede di Commissione ha chiesto il riconoscimento integrale della quota canone destinata nelle casse del servizio pubblico, l'eliminazione della tassa sulla concessione del canone ordinario e un abbassamento del limite sugli spot pubblicitari per ogni fascia di programmazione. Fuortes ha infatti chiesto di portare l'affollamento di clip pubblicitarie all'8 per cento rispetto all'attuale 15 per cento.


Il primo "no"

La proposta di Fuortes sui dispotitivi altrenativi alla tv ha però trovato già la netta opposizione di Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia non ha usato giri di parole: "Irricevibile la proposta dell'ad della tv di Stato nominato da Draghi, Carlo Fuortes, di far pagare anche i cittadini che utilizzano device diversi dalla tv per vedere la programmazione del servizio pubblico. Di fatto, sarebbe un aumento mascherato del canone Rai che andrebbe a pesare su ogni singolo italiano che possiede uno smartphone". E ancora: "Ricordiamo, infatti, che oggi il canone inserito nella bolletta elettrica -ricorda la leader di Fdi- è dovuto una sola volta per nucleo famigliare e non per apparecchio posseduto.

Fdi contrasterà questa proposta in tutte le sedi perché è inaccettabile, soprattutto in questo momento di crisi economica, mettere ancora le mani nelle tasche degli italiani". Insomma la battaglia sul balzello tv continua.

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