La chiave del successo della finanza sostenibile? La trasparenza

La trasparenza è fondamentale per la finanza sostenibile. Italia e Europa sono in prima linea

La chiave del successo della finanza sostenibile? La trasparenza

La sostenibilità è uno dei punti più importanti per analizzare il futuro dei mercati finanziari, ma perché la finanza sia effettivamente sostenibile c'è un presupposto necessario da considerare: la trasparenza. La finanza ha nella fiducia tra investitori e risparmiatori il suo punto di partenza e, più precisamente, venendo al tema delle nuove forme di finanza va sottolineato che non sono sostenibili tutti gli investimenti che si professano tali. Ecco allora che garantire la trasparenza diviene una sfida chiave per il futuro degli investimenti Esg (legati alle tematiche ambientali, sociali e di governance connesse alla sostenibilità).

L'Europa, mercato più dinamico per la transizione green e capofila globale delle norme di trasparenza per la finanza sostenibile, ha provato a dare la scossa in tal senso. Il 21 aprile 2021 la Commissione Europea ha proposto le nuove forme di regolamenti sulla rendicontazione non finanziaria con la direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), che porterà entro il 2023 oltre 50mila imprese europee a dover fare i conti con necessità di trasparenza maggiori che, a ben guardare, possono essere però il viatico per una maggiore visibilità in termini di credibilità sul fronte Esg.

Inoltre, saranno definiti degli standard comuni di reporting, che saranno adottati fra il 2022 e il 2023. Vi saranno anche standard specifici per le PMI (perché il metodo del one size fits all ha già fatto abbastanza danni…). Le imprese dovranno così fornire informazioni sia sui rischi ambientali e sociali a cui sono esposte, sia sull’impatto delle loro attività sui fattori di sostenibilità. Tali informazioni saranno soggette a audit.

Lo stesso dicasi per la tassonomia degli investimenti ritenuti green che ha provato, con tutte le complessità emerse in casi del genere, a tracciare linee rosse tra ciò che si può definire sostenibile nei bilanci e ciò che non lo è. Come riporta Valori, "la disclosure sugli investimenti in conto capitale allineati alla tassonomia permette di valutare i piani strategici verso la decarbonizzazione" e far capire dove si allocano le risorse in senso più funzionale allo sviluppo sostenibile. Capire in che misura un dato settore (dall'energia alle tlc) può essere definito coperto da processi sostenibili consente agli investitori di "seguire gli andamenti degli impegni assunti e di orientare, in modo trasparente e consapevole, gli investimenti verso quelli sostenibili. Allo stesso tempo la trasparenza su questi dati aiuta gli investitori istituzionali a selezionare le imprese che hanno scelto la strada della transizione ecologica. Nonché a svolgere le attività di engagement" e promozione della partecipazione degli attori di mercato.

Con queste prese di posizione l’Ue intende facilitare la divulgazione di informazioni più chiare e trasparenti per i risparmiatori, al fine di aiutarli a comprendere meglio le soluzioni che vengono loro offerte. Questo perché si è reso evidente il fatto che gli investimenti privati saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi climatici e di sostenibilità riducendo di pari passo emissioni e disuguaglianze. Risulta di conseguenza necessario creare le condizioni e gli spazi perché gli investitori privati sostenibili possano contribuire alla costruzione di nuovi modelli di sviluppo sostenibile.

L'Italia in tal senso è in prima linea nell'applicazione di queste norme. Sulla rendicontazione di sostenibilità "un'iniziativa comune in cui tutti i dataset di natura amministrativa vengono messi in condivisione per poter dare delle valutazioni che siano condivise e trasparenti coi migliori dati possibili sarebbe molto rilevante", ha affermato di recente Ivan Faiella, del nucleo cambiamenti climatici e sostenibilità della Banca d'Italia, al Festival dello sviluppo sostenibile dove ha inoltre annuncia che Via Nazionale sta lavorando "a un tavolo dei regolatori per la finanza sostenibile per mettere insieme le forze e anche per pungolare" su questo.

L'obiettivo è evitare esagerazioni come quelle della Cina, ove in nome della "moda" Esg vengono fatti passare nella finanza sostenibile investimenti in settori problematici, dal carbone alle armi, senza un dovuto screening. Nel campo occidentale ciò non può essere permesso, anche per la necessità di rendere responsabili gli stessi enti emittenti di fronte a coloro che nel mercato Esg mettono il loro futuro e i propri risparmi.

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