Come la Tassonomia "verde" dell'Ue cambia la finanza sostenibile

La Tassonomia dell'Ue cambia la finanza sostenibile. Vediamo in che modo

Come la Tassonomia "verde" dell'Ue cambia la finanza sostenibile

Il Parlamento Europeo ha promosso a inizio luglio, approvandola a maggioranza, la Tassonomia sulla sostenibilità introdotta dalla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. Con questa mossa l'emiciclo di Strasburgo ha portato all'entrata in vigore di una proposta che si pone l'obiettivo di tracciare un solco netto. Dando, di conseguenza, un quadro definitivo su cosa è ritenuto funzionale allo sviluppo sostenibile del Vecchio Continente e cosa invece non pertiene a tale ambito nelle attività economiche promosse all'interno del Vecchio Continente. Questo ha anche grandi impatti sulla finanza sostenibile, campo in cui Bruxelles vuole giocare da protagonista.

L'impatto sarà notevole, in particolar modo, nel garantire alle società e alle istituzioni finanziarie che promuovono l'emissione di obbligazioni sostenibili, di prodotti "verdi" e di bilanci dedicati ai criteri Esg un grado crescente di uniformità. Emerge dalla Tassonomia la volontà di potenziare due piani europei legati all'ambito della Finanza sostenibile: da un lato, il Piano d’azione per la finanza sostenibile; dall'altro, il complementare Regolamento sulla divulgazione della finanza sostenibile, che vuole promuovere un crescente livello di trasparenza. Dal 6 luglio scorso, giorno dell'approvazione, sono definite in forma univoca e inequivocabile come sostenibili solo le attività economiche che contribuiscono apertamente a uno o più dei sei obiettivi ambientali indicati. Si tratta di: mitigazione del cambiamento climatico del sistema economico; adattamento dei settori strategici ai cambiamenti climatici; protezione delle risorse marine e idriche; transizione verso un’economia circolare; prevenzione l’inquinamento; protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Ora per gli operatori l'onere maggiore sarà capire come ottimizzare la rendicontazione sul tema. In Italia il Forum per la Finanza Sostenibile ha preso posizione fin dall'inizio del processo di riforma sul campo della nuova Tassonomia e "monitora con attenzione il progressivo sviluppo della Tassonomia europea, che rappresenta un valido strumento per la classificazione degli investimenti sostenibili all’insegna di una maggiore trasparenza e disclosure. Un provvedimento importante che tuttavia potrà dispiegare le sue potenzialità positive se terrà in considerazione i vincoli e aumenterà le opportunità della finanza sostenibile", ha detto il Segretario generale del Forum, Francesco Bicciato.

Nel recente studio Tassonomia UE e altre normative sulla finanza sostenibile: implicazioni per gli operatori finanziari, il Forum per la Finanza Sostenibile ha sottolineato che, in quest'ottica, sia la necessità di possedere "dati chiari e coerenti" a fare la differenza per permettere a un'impresa una precisa rendicontazione delle sue attività. Sicuramente, in tal senso, servirà mantenere l'attuale livello di difformità negli oneri imposti ad ogni impresa relativamente alla sostenibilità: su iniziativa dell'Eurodeputato di Fratelli d'Italia Raffaele Stancanelli nella primavera scorsa la direttiva Corporate Sustainability Due Diligence (Csdd) con cui l'Ue vuole completare il set di politiche volte a regolare l'agenda per la transizione energetica per normare la gestione dei settori ricondotti sotto i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance, prodomica alla Tassonomia, è stata emendata per favorire le piccole e medie imprese. La Csdd prevede in sostanza diversi livelli di obbligo per le imprese nel rendicontare le attività del bilancio di sostenibilità che saranno più stringenti solo per le imprese con almeno 500 dipendenti e 140 milioni di euro di fatturato.

Così facendo, si perimetra al meglio la natura della Tassonomia e, soprattutto, si offre il nesso più forte per vincolare, in forma sostanziale, trasparenza sulla sostenibilità e trasparenza finanziaria, richiesta soprattutto a quelle imprese che puntano sui criteri Esg per andare sui mercati dei capitali. Le imprese coperte dalla Tassonomia dovranno rendere conto del fatturato, gli investimenti in conto capitale e le spese operative relativi alle attività facenti parte della Tassonomia e questo, nota lo studio del Forum per la finanza sostenibile, può permettere agli investitori di "analizzare le aziende tenendo conto del loro impatto ambientale e dei progetti di decarbonizzazione. Inoltre, la maggiore disponibilità di informazioni supporterà sia le auto-valutazioni delle imprese rispetto ai propri rischi e impatti climatici, sia il dialogo degli investitori con le società investite e permetterà una maggiore trasparenza per quanto riguarda gli strumenti finanziari che si propongono di raggiungere obiettivi di sostenibilità". Primi fra tutti i Green Bond obbligazionari che potranno essere emessi solo se veramente tali, dunque ben delineati negli obiettivi e nelle prospettive. Ma in quest'ottica la Tassonomia può contribuire notevolmente anche alla lotta al greenwashing aziendale. Priorità europea su cui oggi la Tassonomia offre una sponda in più.

La partita sarà complessa e le aziende dovranno sicuramente essere attente al controllo interno dei conti per ricondurre solo ciò che è pertinente alle attività della Tassonomia. Ma essa rappresenta il primo passo verso uno standard comune che è vitale ottenere quando si parla di finanza sostenibile e di investimenti sul tema.

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