Lo yuan, la valuta cinese, si è ulteriormente indebolita oggi all’ apertura dei mercati asiatici, dopo la svalutazione-record di ieri. La banca centrale cinese, la Peoplès Bank of China, ha infatti "limato" ulteriormente il valore di riferimento dello yuan, tagliandolo di un ulteriore 1,62% dopo il taglio di ieri, che è stato dell’1,9%. Il valore di riferimento dello yuan segna il punto centrale di fascia di oscillazione del piu o meno 2% nella quale lo yuan è legato al dollaro Usa.
Lo yuan dunque tocca un nuovo minimo da 4 anni, arretrando per il secondo giorno a quota 6,43 sul dollaro, dopo che la banca centrale cinese ha fissato il midpoint, il punto medio nei confronti del quale è consentita un’oscillazione giornaliera massima, a 6,330 contro il dollaro, sotto i 6,229 dollari fissati ieri. La banca centrale cinese ha definito queste mosse una tantum, nel quadro di un nuovo sistema di gestione dei cambi che dovrà far più riferimento al mercato. "Attualmente - spiega la banca centrale non ci sono le basi per un sostenuto trend di deprezzamento". Tuttavia i mercati non gradiscono queste mosse, che di fatto mirano a sostenere l’export cinese e si teme l’avvio di una guerra valutaria. Lo yuan in due giorni ha perso il 3,5% del suo valore in Cina e circa il 4,8% sui mercati globali. A risentirne oggi sono la rupia indonesiana e il ringgit malese, ai minimi da 17 anni, mentre il dollaro australiano e quello neozelandese scendono ai minimi da sei anni. E la svalutazione dello Yuan ha di fatto affossato i mercati. Le borse europee chiudono in forte calo per la doppia svalutazione dello yuan.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.