Cnh, futuro Iveco al bivio Daimler quoterà i camion

Per la società torinese è certo solo lo scorporo, resta l'opzione vendita. Ipo record per Stoccarda

Cnh, futuro Iveco al bivio Daimler quoterà i camion

Il mondo dei veicoli industriali e commerciali è in fermento. Da una parte, le operazioni di scorporo, con Cnh Industrial (da sciogliere resta il nodo di Iveco, corteggiata dai cinesi di Faw) e Daimler protagoniste; dall'altra, sempre Daimler potrebbe tornare a collaborare con Renault per produrre un furgone, ridando slancio a una precedente partnership. Del resto, la pandemia ha avuto tra le conseguenze anche quella di far crescere la domanda dei veicoli adibiti alle consegne. L'accordo in itinere tra tedeschi e francesi andrebbe a sostituitre la joint venture tra Renault e Opel/Vauxhall, marchi confluiti in Stellantis.

E così, mentre Cnh Industrial conferma, in occasione della presentazione dei conti 2020, che lo scorporo ufficializzato a settembre 2019 si farà (riguarda le attività stradali, cioè i camion Iveco e i bus, e quelle non stradali, macchine agricole e da lavoro), Daimler risponde annunciando pure lo spin-off. Ecco allora che Mercedes-Benz raccoglierà le attività della divisione Cars&Vans, mentre quella Truck and Bus, entro l'anno, approderà in Borsa, per quella che si preannuncia come una delle Ipo più rilevanti mai condotte in Germania. Obiettivo di Stoccarda è creare due società più efficienti e indipendenti: una separazione che renderà più agevole la strategia «zero-emissioni». Daimler Truck è attualemnte leader nel mondo.

E Iveco? «Abbiamo avuto trattative con un partner, ma siamo lontani dal dire che c'è una preferenza per questa opzione», ha spiegato l'ad di Cnh Industrial, Scott Wine, in carica dallo scorso novembre. Fatto lo scorporo (On-Highway e Off-Highway) che la pandemia, rispetto ai tempi previsti, ha costretto a rinviare a inizio 2022, i vertici dovranno decidere se optare per il semplice spin-off di Iveco oppure cedere la società. La trattativa con il colosso cinese Faw sarebbe basata su 3,5 miliardi di euro. Lo stato maggiore di Cnh Industrial ha quindi confermato la prosecuzione degli accordi con l'americana Nikola che porteranno, già quest'anno, al primo camion elettrico e, nel 2023, al primo veicolo a idrogeno grazie alla tecnologia fuel cell. La precisazione dell'esistenza di questo bivio potrebbe essere interpretata anche come una sorta di tatticismo da parte di Scott. «Siamo determinati nella realizzazione della strategia di spin-off ed entriamo nel 2021 pronti a liberare il nostro ricco potenziale, migliorare l'impegno nei confronti dei clienti e forgiare un futuro sempre più redditizio», l'ulteriore spiegazione della presidente Suzanne Heywood. Tra l'altro, fonti parlano dell'esistenza, tempo fa, di un piano per portare i camion di Iveco all'interno di Fiat Professional, che sarebbe stata scorporata da Fca, creando in questo modo un nuovo gruppo. Boston consulting era stata incaricata di occuparsi del progetto, poi sfumato.

Nel 2020, infine, nonostante l'effetto Covid, Cnh Industrial ha chiuso il quarto trimestre

con ricavi (+10%) e utile netto (+56%) in crescita. Nell'anno, fatturato pari a 26 miliardi di dollari e utile netto adjusted di 437 milioni. Azzerato il debito industriale netto e cassa record con 2,4 miliardi di dollari.

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