Il Fisco sui conti correnti: gli errori da non fare

Ecco una breve lista dei movimenti sul Cc che fanno partire la spia d’allarme del Fisco

Il Fisco sui conti correnti: gli errori da non fare

Oramai non c'è movimento sul Conto corrente che l'Agenzia delle entrate non possa verificare grazia al Registro dei rapporti tributari quindi è sempre importante avere, per il Fisco, prova o giustificativo dei flussi di denaro che circola sul Cc, in special modo per i lavoratori autonomi i cui introiti legati alla attività libero professionale non sono necessariamente continui e similari.

Difatti può succedere che, per un versamento non giustificato da adeguata documentazione, lavoratori autonomi siano soggetti a sanzioni; ma quali sono, allora, i movimenti sul conto corrente che maggiormente catturano l'attenzione del Fisco?

Partiamo dal presupposto che qualsiasi movimento di denaro proveniente da versamenti o bonifici può destare qualche sospetto secondo la presunzione che ci si trova davanti ad un introito non dichiarato, salvo prova contraria. Come già trattato in un precedente articolo de IlGiornale.It, si tratta, dunque, di avere un giustificativo della provenienza dei soldi provvedendo ad inserire, nella propria dichiarazione dei redditi, la somma ricevuta e portando apposita dimostrazione che le somme non rientrando tra quelle tassabili secondo quanto previsto dall’articolo 23 del D.P.R. n.600 del 1973.

Dunque, non tutte le somme vanno dichiarate al fisco come, ad esempio, i rimborsi spese, i risarcimenti, la vendita di un'auto o le vincite al gioco (la ritenuta è alla fonte) i cui versamenti finiscono sul conto corrente.

Discorso leggermente differente per le donazioni - di cui si sta molto discutendo ultimamente -; nel caso di donazioni nei confronti di coniuge, genitori e figli su un valore superiore al milione di euro viene applicata un'imposta del 4% che passa al 6%, per un valore maggiore a 100mila euro, in caso di donazioni a fratelli o sorelle. In questi casi i bonifici ricevuti rientrano nella voce esentasse o non tassabili ma potrebbe essere utile, come prova dei versamenti, quelli di un contratto registrato o, quanto meno, di una scrittura privata.

Sempre relativamente al rapporto tra consorti - o anche nel caso di una convivenza - spesso ci sono scambi di denaro con versamenti sul conto corrente dei due, legati alle spese domestiche e di vita quotidiana come nel caso di bollette, rate del muto per una casa di proprietà di uno solo dei due della coppia e via dicendo; in questi casi si può stare relativamente tranquilli salvo nel caso in cui i bonifici si facciano sempre più frequenti ed ingenti, con l’Agenzia delle Entrate che potrebbe attribuire che la provenienza del denaro sia dovuto a movimenti d'introiti in nero e quindi potrebbero partire degli accertamenti eseguiti sui movimenti.

Scatta la spia del Fisco anche nel caso di bonifici all'estero per il rischio di un trasferimento illecito di capitali, soprattutto se si parli di cifre ingenti. In questi casi la banca, nel rispetto delle norme sull'antiriciclaggio, potrebbe richiedere al proprio cliente maggiori dettagli sul bonifico e, nel caso in cui il giustificativo non sia così forte, l'Agenzia delle entrate potrebbe procedere con un accertamento fiscale al fine di verificare la presenza di una tentata evasione.

Infine anche i bonifici periodi potrebbero destare qualche sospetto nel fisco, considerando che dietro a questi

versamenti potrebbe esserci una forma di lavoro in nero che viene sanzionato dal Fisco come illecito sia per il datore di lavoro che per il "dipendente" in quanto dovrebbe provvedere a dichiarare le somme ai fini fiscali.

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