Commercialisti, Caradonna: "Ecco come va abbattuta la burocrazia"

Il ruolo dei commercialisti è sempre più centrale per il contribuente. Ne abbiamo parlato con Marcella Caradonna, presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Milano. Il voto per il rinnovo è previsto per febbraio

Commercialisti, Caradonna: "Ecco come va abbattuta la burocrazia"

Dottoressa, quanto la pandemia ha pesato sull'attività dei commercialisti?

"Direi che è stata molto impegnativa, perché con i decreti emergenziali sostanzialmente siamo stati noi a dare il supporto al tessuto sia familiare che imprenditoriale italiano. Io parlo di Milano, ma questo vale per tutto il Paese. È stato un rincorrersi di norme spesso complesse, e le famiglie e le imprese erano completamente destabilizzante. Da un giorno all'altro ritrovarsi nell'impossibilità di lavorare, il crollo del fatturato, il problema della cassa integrazione, le moratorie, insomma tutto questo ha gravato sui nostri
studi. E così ci siamo dati da fare con spirito di collaborazione da parte dei colleghi, perché non era detto che questo supporto si trasformasse in un ricavo, perché chiaramente in simili momenti di difficoltà si pensa più ad aiutare senza porsi limiti".

In una fase così delicata quali sono le azioni intraprese dall'ordine per sostenere i propri iscritti?

"Intanto abbiamo creato una televisione ad hoc, via web, che ha avuto un grande successo e tramite la quale, in modo tempestivo, davamo informazioni e chiarimenti da parte di esperti su tutti i problemi emergenziali. Poi abbiamo creato un protocollo per la sicurezza degli studi, perché, soprattutto all'inizio della pandemia, non sapevamo quale fossero le direttive da seguire. L'ordine ha fatto da punto di riferimento per tutto questo creando un protocollo in modo tale che i colleghi si muovessero coerentemente con il nostro ente. È stato un percorso importante che ha aiutato tantissimo. Poi c'era la quotidianità, quindi molti
colleghi chiamavano l'ordine. Esempio: adesso con l'Agenzia delle Entrate ci sono dei nodi spinosi, e abbiamo creato una linea diretta tramite i colleghi del consiglio che su problematiche concrete si attivano per aiutare i colleghi a dialogare con la stessa Agenzia. In questo momento, insomma, c'è bisogno di concretezza e non di filosofia".

Il peso delle tasse riprende vigore. Quali sono gli interventi da realizzare subito per evitare un ingorgo fiscale?


"Abbiamo chiesto al governo di riaprire la rottamazione ter, perché c'era una proroga di pochi giorni che non aveva senso. Poi abbiamo chiesto una rottamazione quater che desse spazio a tutti perché esiste un debito fiscale così alto tale da ingessare il riavvio delle realtà delle imprese medio-basse. Inoltre, dobbiamo considerare di essere tempestivi nelle decisioni perché anche questi interventi, se vengono annunciati ma non sappiamo quando saranno realizzati, creano un clima di certezza. Nelle realtà più piccole, che corrispondono al tessuto sociale italiano, si crea una realtà destabilizzante. Il problema insomma sono gli annunci, perché generano un effetto “come se fosse”. Noi stiamo facendo diversi comunicati in questa direzione e non solo nell'ambito fiscale. Le riforme, a mio avviso, non tengono conto delle piccole e medie imprese, che sono quelle che stanno patendo di più".

Tra bonus e cessione del credito, in tanti hanno bisogno di assistenza fiscale. Come è cambiato il lavoro del commercialista?

"Molto spesso si vede nel commercialista soltanto un operativo, ma è un punto di riferimento importante sia per la famiglia che per l'impresa perché conosce tutte le caratteristiche sociali da soppesare. In tanti passaggi generazionali chi è che vede il cambiamento è sempre il commercialista. In questa fase di crisi sostanziale, non c'è solo un problema finanziario ma anche di rimodulazione del proprio business perché la pandemia ha creato dei cambiamenti sostanziali. Pensiamo per un attimo al tema del lavoro agile. Questo sta portando verso un cambiamento delle dinamiche sociali del territorio. Noi commercialisti – e su Milano me ne
accorgo – siamo un punto di riferimento silenzioso ma fondamentale per intraprendere nuovi percorsi".

Il tessuto sociale e soprattutto quello imprenditoriale deve spesso fare i conti con la burocrazia. Cosa deve fare il governo?

"È una forma mentis. Se c'è un approccio alla semplificazione lo si vede fin dall'inizio. La semplificazione non è teorica. Già nei decreti si dovrebbero trovare degli indizi di semplificazione. Credo che sia un fatto culturale. Potrebbe succedere anche questo: la legge nasce snella, ma questa mentalità di appesantimento nell'interpretazione della norma la rende sempre più complessa. E alla fine diventa burocrazia. Esempio: è nata una nuova figura nella crisi di impresa. Si tratta di un esperto che dovrebbe supportare l'impresa prima del default per aiutarla a negoziare su un piano di risanamento. La legge è molto snella. Ma ora, per
l'identificazione degli esperti, è stata data un'indicazione precisa: sono stati messi così tanti paletti su chi può ricoprire la figura del negoziatore che la base è ristretta. A mio avviso dovrebbe esserci un'attività più flessibile. Allora, la legge è nata semplice ma i suddetti paletti l'hanno complicata. Abbiamo scritto al ministro Cartabia di semplificare questo elenco per rendere più accessibile
il ruolo".

Alla piaga fiscale si è aggiunta quella dei consumi e del costo dell'energia. Voi lavorate a stretto contatto con imprenditori e professionisti: qual è il peso di questa situazione sulle loro tasche?

"Speriamo sia un discorso temporaneo ma purtroppo piove sul bagnato. È già un momento complicato, e le bollette che raddoppiano o triplicano vanno a incidere ancora di più su margini che sono già molto sottili. Credo che sia opportuno l'intervento che sta facendo il governo in questa direzione".

A febbraio si rinnoveranno i vertici dell'ordine. Qual è il suo programma per il prossimo mandato?

"Nel mandato precedente ho cercato di seguire quanto indicato nel mio programma, tanto è vero che al termine del periodo ho ripreso il mio stesso programma e con un documento ho confrontato ciò che avevo promesso e quello che avevo realizzato. Volevo far vedere la coerenza. Abbiamo introdotto, e nel programma verrà mantenuto, questo vincolo della formazione gratuita a tutti gli iscritti per consentire un aggiornamento su tutte le aree. Siamo obbligato ad aggiornarci. Ecco, tutto è gratuito e Milano è un punto
di riferimento per la formazione del resto d'Italia. Per me è poi importante mantenere la presenza ai tavoli istituzionali e ai dialoghi politici. Poi deve esserci la concretezza del supporto agli iscritti.

Non ho fatto un giorno di pausa in questo periodo pandemico. Nel giorno di Ferragosto abbiamo fatto una diretta live perché dovevamo spiegare il contenuto di una circolare appena uscita. E continueremo a stare vicino a tutte le realtà che hanno bisogno di noi".

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