Ho assistito alla presentazione dell'ultimo rapporto della Banca d'Italia sulle economie regionali: il focus sulla Lombardia, curato da Giuseppe Sopranzetti, direttore della sede su Milano. Un'indagine seria, propositiva. Che attesta la volontà della nostra banca centrale di presidiare con sempre maggiore attenzione l'andamento del Sistema Paese. Anche nel 2017 si conferma il primato dell'economia Lombarda in tutti i comparti. Le pmi continuano a essere la linfa vitale della nostra economia, altrimenti certe performance non si spiegherebbero. I buoni numeri hanno beneficiato della situazione congiunturale favorevole; la performance, più che a piani industriali messi in atto dalla politica, è merito della visione dei nostri illuminati imprenditori; hanno investito, anche per essere competitivi nell'export. Il rapporto dice che il miglioramento della congiuntura e la ripresa degli investimenti hanno sostenuto la domanda di credito delle imprese. Il direttore Ferruccio de Bortoli ha auspicato un dialogo più fecondo tra il mondo produttivo e quello finanziario. Concordo. Anzi, per me è un passaggio indispensabile.
Ma resta la nota dolente. Ne scrivo da sempre: l'espansione del credito ha interessato sole le aziende medie e grandi, mentre i finanziamenti a quelle più piccole (di gran lunga maggioritarie dal Nord al Sud della Penisola) hanno proseguito a flettere seppur, dice Bankitalia, con un'intensità più contenuta. È la solita storia: per le grandi imprese rubinetti aperti, per le piccole erogazioni a singhiozzo.
I grafici non lasciano dubbi: il dato quasi non riesce a rientrare nel quadrante cartesiano. Ma se l'accesso al credito per le piccole realtà resta complesso in una situazione congiunturale favorevole cosa potrà accadere quando la macroeconomia rallenterà? Meditiamo, gente, meditiamo.www.pompeolocatelli.it
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