Contratti, lavoro, welfare, investimenti e crisi economica provocata dal coronavirus: sono questi i temi al centro del confronto tra il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ed il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in occasione della tre giorni "Futura 2020", promossa dalla sindacato al Teatro Brancaccio di Roma.
Il numero uno di Confindustria non ha risparmiato aspre critiche al governo per le politiche messe in campo per fare uscire l’Italia dalla crisi economica. "Ci troviamo in un momento storico molto particolare, stiamo tutti vivendo la drammaticità di questo momento, il tema dell'inclusività è un tema fondamentale oggi, in un rapporto di interlocuzione, anche duro, credo oggi ci sia la necessità di mettersi intorno ad un tavolo per un 'patto per 'Italia’'al di là delle differenze troviamo delle soluzioni per il Paese", ha esordito Bonomi che ha garantito come Confindustria sia pronta a lavorare con sindacati ed esecutivo in questa delicata fase. Allo stesso tempo Bonomi ha ammesso che, rispetto a quanto compiuto nella prima fase della pandemia, oggi il giudizio sull’esecutivo in questa seconda ondata, è fortemente negativo in quanto "ci siamo fatti cogliere impreparati".
Il presidente di Confindustria ha, però, sottolineato che "il governo deve mantenere la maglietta da arbitro, che troppo spesso mette la maglietta di una delle due squadra in campo". Bonomi ha spiegato di essere preoccupato per il tema del Recovery fund che negli ultimi giorni è "scomparso dai radar"del dibattito politico e, di conseguenza, teme per i progetti e di come spendere le risorse "in tempi brevi" considerato che lo strumento europeo "ha un programma ambizioso e tempi precisi di realizzazione". Inoltre, lo stesso presidente di Confindustria ha ricordato che era stato raccontato "che il Recovery arriva perché siamo bravi ma non è cosi: si basa sul numero della popolazione, sul dato della disoccupazione e sul pil pro capite rispetto alla Ue. Quindi vuol dire che andiamo peggio di altri".
Bonomi ha sottolineato che tale strumento europeo è "una occasione storica. Oltre 200 miliardi che sommato alla sospensione dei vincoli di bilancio arrivano a 400 miliardi, una cifra mai avuta a disposizione". Una opportunità, quella dei fondi europei, da non lasciarsi sfuggire. Ma prima di goderne Bonomi ha spiegato come sia necessario "fare quelle riforme che servono al Paese". E questo è un punto fondamentale. Per il presidente degli industriali il Recovery fun è sì una grande occasione ma "non tanto per i soldi" quanto per l'opportunità "di fare riforme che questo Paese non è mai stato in grado di fare. E ricordo che il piano si chiama Next Generation Eu ma l'ultima rata la pagherà chi nascerà tra 20 anni. Qualche riflessione qualcuno la dovrà fare".
Parole dure Bonomi le riserva anche per la questione ristori. Queste misure, ha spiegato il numero uno di Confindustria, vanno bene sul breve periodo ma non sono la soluzione del problema. Invece secondo Bonomi sarebbe meglio un intervento sul fronte fiscale."Sono importanti i miliardi che il governo ha messo- ha aggiunto- ma non è la strada. Non è la panacea per il piccolo commercio: svuotare i quartieri dal commercio di prossimità è anche un problema sociale. Intervenire non solo con i ristori, non risolve il problema perché quando chiudono le attività non ripartiranno più: è un depauperamento sociale che non ci possiamo permettere".
Bonomi si è anche pronunciato contro la detassazione degli aumenti contrattuali approvata, invece, dal segretario della Cgil, Maurizio Landini. Ilpresidente di Confindustria ha spiegato di non ritenere che sia quella la via da seguire in quanto i contratti "li portiamo avanti. Se dobbiamo perseguire una strada di decontribuzione e agevolazione la mia idea è stare sul welfare aziendale. La strada è quella". Per il presidente di Conbfindustria dare soldi agli italiani è corretto ed è una mossa che “sosteniamo anche noi” ma ciò non è detto "che si trasformi in consumi". Bonomi ha ricordato che i risparmi degli italiani sono aumentati del 18% in questa fase emergenziale "cosa che non succedeva dai tempi della crisi petrolifera". Pertanto il suo pensiero che oggi sia necessario seguire la strada della decontribuzione del welfare aziendale.
Altro tema scottante discusso nel corso del faccia a faccia con Landini è quello relativo al credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo.
Una provvedimento, questo che "il governo si è dimenticato… Uno Stato che non stimola la ricerca e lo sviluppo sarebbe un fallimento, mi auguro che sia una dimenticanza". Infine una battuta polemica Bonomi la riserva sulla lunghezza del dl. Il presidente di Confindustria spiega di aver letto il testo velocemente "243 articoli, 200 pagine, ho fatto notte".
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