Dopo la caduta del prezzo del petrolio (sceso sotto i trenta dollari al barile come nel 2004), le previsioni non sono rosee. Soprattutto per alcuni paesi. Tra questi c'è sicuramente la Russia. Il premier Dmitri Medvedev ha ammesso che se il prezzo del petrolio dovesse scendere ancora, il paese dovrà "prepararsi al peggio", visto che la profittabilità del petrolio russo è correlata alla quota 82 dollari.
Ci sarebbero problemi anche per il Venezuela, con un'inflazione al 270% e la soglia del guadagno del suo petrolio ancorata a 111 dollari. Nel panico anche la Nigeria, maggiore produttore dell'Opec, che vorrebbe una revisione della politica di produzione senza alcun tetto. Ma a tenere basso il prezzo sta contribuendo anche l'Arabia Saudita, impegnata a boicottare i pozzi iraniani.
Infine, la situazione degli Usa
non è migliore. Infatti, gli Stati Uniti hanno ridotto la produzione, ma non sono riusciti a evitare la sovraproduzione. Il tutto ha portato a un crollo della domanda interna e circa 90mila lavoratori hanno perso il posto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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