L'abolizione dell'Ici e il passaggio a all'Imu-Tasi? Un salasso per gli italiani. In un analisi dell'Ance, l'associazione nazionali dei costruttori, si puù leggere che dal 2011, anno dell'abolizione dell'Ici, fino al 2014 la pressione fiscale sul possesso è cresciuta del 143% passando da 9,8 miliardi a 23,9.
Confrontando il 2014 con l'anno precedente, spiega l'Ance, si vede come in un solo anno le imposte sugli immobili siano cresciute di 3,8 miliardi. La principale causa di questo aumento è da attribuire alla Tasi. Nel 2014, si legge nella relazione Ance, oltre il 55% del prelievo fiscale sugli immobili era da imputare alla coppia Imu - Tasi, quando con l'Ici incideva del 29%. Non solo. Sussistono anche imposte residuali pari a un altro 17%. Ma le tasse non finiscono qui. Oltre alla coppia Imu - Tasi ci sono imposte sui trasferimenti (incidenza 21%) e sulle locazioni (incidenza 5%).
L'Italia, ricorda l'Ance, è al terzo posto nella classifica dell'Ocse sulla tassazione immobiliare.
Per questo motivo la proposta del Governo di alleggerire le tasse sulla casa è salutata favorevolmente da Antonio Gennaro, vice direttore generale Ance: "l'annuncio del Governo è un fatto positivo che restituisce serenità ai cittadini e favorire la ripresa di investimenti e consumi, perché - spiega ancora Gennaro - un tale livello della tassazione sugli immobili ha creato una vera e propria emergenza fisco"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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