La possibile ritorsione cinese ai dazi dell'Ue sulle auto elettriche fa tremare l'export di formaggi italiani. All'indomani dell'annuncio di un'indagine da parte di Pechino sui prodotti lattiero-caseari dell'Ue, la Coldiretti lancia l'allarme e vede a rischio la crescita dell'export di formaggi italiani in Cina che nei primi cinque mesi dell'anno hanno fatto segnare un incremento del 35%. Complessivamente l'intero export agroalimentare che dall'Italia va nel paese asiatico vale 590 milioni di euro. L'associazione degli agricoltori presieduta da Ettore Prandini (in foto) ricorda come sul commercio con la Cina pesa anche il blocco dei traffici sul Mar Rosso legati agli attacchi Houthi. L'allungamento delle rotte marittime tra Oriente e Occidente, costrette a circumnavigare il Sud Africa, hanno portato infatti a un aumento dei costi di trasporto del 659%, secondo il Centro Studi Divulga.
Già in passato i contenziosi politici ed economici scoppiati su altri settori hanno portato a conseguenze sull'alimentare. Nel 2019 il food italiano era finito nel vortice della guerra commerciale che contrapponeva l'Unione Europea agli Stati Uniti di Donald Trump relativamente agli aiuti al settore aeronautico e che portò a una tariffa aggiuntiva del 25% sulla lunga lista di prodotti tra cui Parmigiano reggiano, Grana padano, Asiago e liquori come amari e limoncello.
Dura invece dal 2014, ricorda Coldiretti, l'embargo russo deciso da Putin come ritorsione alle sanzioni dell'Ue e che ha portato all'azzeramento delle esportazioni di molte eccellenze italiane in Russia, con la contestuale beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in Italy.
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