Il debito pubblico ha sfondato ogni record: da gennaio 2018 a gennaio 2019 è aumentato di 71 miliardi, 6 miliardi ogni mese, con un incremento del 3,1 per cento. Nei 12 mesi precedenti, era cresciuto di circa la metà. Adesso vael 2358 miliardi. Lo dicono i dati di Unimpresa.
E tra due settimane, dovrà essere redatto il Documento di economia e finanza, nel quale l'Europa chiederà di indicare come l'Italia intende ridurre il rapporto tra debito e Pil. La prima bozza dovrà essere presentata a Bruxelles entro il 10 aprile. A suscitare l'allarme sono i dati Istat, che hanno indicato iun'impennata dell'indebitamento in gennaio: "La chiave resta il rapporto con il Pil, e ci sono le premesse per un peggioramento: nel 2018 è stato del 132,1 per cento. Il 2019 si è aperto con una crescita molto bassa, anche se il governo insiste nel prevedere un aumento del Pil dell'1 per cento", ha spiegato Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici, in un'intervista a Repubblica.
E lo sforamento dell'obiettivo, fissato al 130,7 per cento del rapporto debito-Pil, sembra scontato anche quest'anno: "Se andrà bene faremo lo 0,4 per cento in più, e il debito-Pil potrebbe salire nell'anno anche di un punto percentuale, rispetto alle previsioni". Il Governo, pressato da Bruxelles, si è già impegnato a privatizzare immobili e società pubbliche per 18 miliardi, pari a circa 1 punto di Pil.
A colpire il rapporto debito-Pil, è stato l'effetto spread, dovuto allo scontro con l'Europa: da una parte, infatti, l'incertezza tra gli operatori economici ha provocato una riduzione del Pil, cresciuto solo dello 0,9 per cento nel 2018 (contro l'1,2 per cento
previsto). Inoltre, la spesa che va ad aumentare il debito è salita di 2,5 miliardi, rispetto alle previsioni.
E ora Cottarelli avverte: "L'Italia deve avviare un processo organico, coerente e credibile di riduzione del debito".
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