Maddalena Camera
Tutti i tribunali fermano le udienze in attesa dell'accordo tra Mediaset e Vivendi per il mancato acquisto della pay tv Premium da parte di quest'ultima. Così ieri il Tar del Lazio ha posticipato dal 7 febbraio al 4 luglio l'udienza per discutere il ricorso di Vivendi contro la decisione dell'Agcom dell'aprile dello scorso anno, che impone ai francesi di scegliere tra il controllo di Tim, di cui ha il 23,9%, e la quota rilevante (il 29,9%) che ha in Mediaset. In pratica Agcom aveva imposto ai francesi di ridurre la quota in Mediaset sotto il 10% entro il prossimo 18 aprile. Ora, con il rinvio chiesto da Vivendi, la data si allontana. Vivendi però, fino a qualche giorno fa, era praticamente sicura di riuscire a chiudere la questione con il Biscione. Tanto che lo scorso 19 dicembre è stata fatta slittare al 27 febbraio anche la causa risarcitoria promossa da Mediaset e Fininvest in tribunale contro i francesi, che potrebbe costare a Vivendi fino a 3 miliardi per lo stesso motivo.
Ad oggi, però, nelle trattative non si registrano passi in avanti. E il motivo c'è: Vivendi per questa questione cerca in qualche modo di trasferire sulla stessa Telecom l'onere in questione. Non in maniera diretta, naturalmente. Ma si può vedere così l'idea proposta a Mediaset di far acquistare da Telecom prima 400 milioni (poi lievitati a 460) di contenuti in quattro anni. E poi di cedere una parte della sua partecipazione nella newco che aveva costituito con Tim Vision per la creazione di contenuti.
Il piano del patron Vincent Bolloré però è andato a gambe all'aria perchè Mediaset non ha accettato di firmare l'accordo per la cessione dei contenuti, subordinandolo alla conclusione di una pace definitiva per il mancato acquisto di Premium. E non è un mistero che, per firmare quell'accordo, Mediaset chieda dai 6 ai 700 milioni. Nel frattempo per Bolloré le cose di sono messe male anche sul fronte interno, ossia Tim, in quanto sindaci e alcuni consiglieri indipendenti della società di tlc hanno messo in discussione il metodo utilizzato per la creazione dell'asse Tim Vision Canal Plus, la pay tv di Vivendi.
E dato che una intesa entro il 27 febbraio sarà quasi impossibile da trovare, la causa tra le due società ripartirà. Per gli analisti si tratta di un fattore di incertezza che impatta indubbiamente sulle quotazioni del titolo Mediaset su cui peserà anche il rinvio del Tar del Lazio sull'udienza del ricorso presentato contro il provvedimento dell'Agcom.
Mentre il titolo
Telecom soffre per le incertezze legate alla presentazione del piano industriale, prevista per il 6 marzo, con i nodi legati ai 7.500 esuberi e alla creazione di una nuova joint venture per i contenuti tra Tim e Canal Plus.
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