La beffa è servita. La sinistra già pregustava una lunga campagna di piazza e «rivolte» per dare la spallata al governo Meloni. Ed invece, la sentenza della Corte Costituzionale spazza via il referendum, promosso dal Pd e da tutti i partiti della sinistra (compresa la Cgil), contro l'autonomia differenziata. Il verdetto della Consulta, non ancora depositato, assorbe infatti i quesiti su cui Schlein, Conte e Landini chiedevano agli italiani di esprimersi. Sarà il Parlamento a intervenire per modificare quelle parti individuate nella sentenza della riforma. Il ministro Calderoli annuncia: «Interverremo con una legge delega».
Disco rosso dunque per il referendum che avrebbe dovuto tenersi in primavera. È il ministro della Giustizia Carlo Nordio che si sbilancia sugli effetti della sentenza: «La Corte Costituzionale è intervenuta pesantemente su alcuni settori che sono quelli proprio tipici del referendum. Adesso il Parlamento dovrà rivederla, poi la rivedrà la Cassazione. A spanne, con prudenza, direi che questa sentenza dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum» spiega Nordio dal sul palco del forum della Fondazione Iniziativa Europa, a Stresa. Poi il Guardasigilli entra nel contenuto del verdetto: «La sentenza della Corte è più che equilibrata, che condivido. Dico a spanne perché per dare una interpretazione tecnicamente corretta occorre leggere le motivazioni, che saranno sicuramente articolate e molto lunghe. Detto questo, è sicuro che produrrà un avanzamento probabilmente di mesi o forse anche di anni verso una soluzione definitiva, magari referendaria. Se mi si chiede se questa pronuncia impedirà o no il referendum, bisognerà leggere le sentenze, ma direi di sì». Dal fronte referendario insorge Riccardo Magi: «Nordio rispetti i giudici». Il prossimo passaggio sarà l'intervento del Parlamento per raccogliere le indicazioni della Corte Costituzionale. Forza Italia e Lega corrono. Il partito del ministro degli Esteri Antonio Tajani convoca per venerdì 22 novembre, alle ore 18.30, l'osservatorio di Fi sull'applicazione dell'autonomia differenziata.
«In tale sede si valuteranno le iniziative parlamentari da intraprendere a seguito della recente sentenza della Consulta. Vigiliamo con responsabilità», si legge sul profilo X degli azzurri. La Lega ostenta serenità: «È stato presentato un ricorso da 4 Regioni per dichiarare l'incostituzionalità e quindi affossare la legge Calderoli. La Corte lo ha respinto. La riforma non è stata né bocciata né sospesa. La Corte ha anche indicato sette illegittimità. Sono richieste di modifica al governo perché coinvolga di più il Parlamento - prosegue -, ma non toccano l'essenza della legge. Calderoli provvederà alle correzioni necessarie», ribadisce il governatore del Veneto Luca Zaia. Le opposizioni però sperano ancora nel voto sull'autonomia.
Dal fronte renziano ecco Enrico Borghi che lancia la sfida: «La Lega, insomma, non paga di un pronunciamento che ha svuotato in tutto e per tutto la legge Calderoli, ritiene che si possa e debba andare avanti. Bene, allora facciamolo: si vada al referendum popolare su ciò che rimane di questo spacca Italia. Cosi parleranno i cittadini elettori».
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