Ecco perché i tachimetri segnano i 260 km/h anche se l'auto non ci arriva

Le aziende automobilistiche devono far fronte a motivi di costi, di marketing e anche psicologici. Più è alto, maggiore è la sensazione di sicurezza

Ecco perché i tachimetri segnano i 260 km/h anche se l'auto non ci arriva

Non è solo questione di estetica o marketing. C'entra anche la psicologia. Alzi la mano chi in un concessionario, prima di acquistare un'auto, non ha guardato il tachimetro e, vedendo la velocità massima a 230 km/h per una utilitaria, non si è mai chiesto: ma può arrivarci davvero? Ovviamente no. O non in tutti i casi. Eppure c'è un motivo - anzi, più di uno - se le case di produzione di automobili mettono dei tachimetri molto simili e soprattutto con una velocità massima ben oltre le capacità del mezzo.

Innanzitutto, come spiega Businessinsider, ci sono i costi. Produrre un tachimetro ha un prezzo, quindi sarebbe anti-economico realizzarne uno diverso per ogni modello di auto. E così le case automobilistiche usano lo stesso sia per le auto di media velocità che per quelle ad alte prestazioni. Il ragionamento è logico. Ma non è l'unico da tenere in considerazione.

A giocare ruolo fondamentale è anche il marketing. Soprattutto nel mercato internazionale, dove i limiti di velocità si differenziano da Paese a Paese. In Germania, per esempio, alcune strade non hanno limiti o autovelox e così gli acquirenti tedeschi si aspettano di trovare un cruscotto capace di rispondere alle esigenze della strada che percorrono. Semplice e lineare. Ma non è l'unico fattore. Perché quando un cliente decide di comprare una macchina nuova, è portato a guardare il tachimetro e a "sognare" prestazioni di altissima qualità. "Le persone vogliono vedere numeri sempre più alti - ha detto all'Associated Press Fawaz Baltaji, responsabile dello sviluppo presso Yazaki North America - È il segno di un motore più potente". Comprare una city car con un tachimetro che non supera i 130 km/h non è come averla con una presunta velocità massima di 230 km/h.

Lo stesso principio psicologico, però, viene applicato anche in senso opposto. Un tachimetro alto, infatti, aumenterebbe il senso di sicurezza nel guidatore.

A dirlo sempre ad Ap è Stewart Reed, presidente del Transportation Design Department dell’ArtCenter College of Design, secondo cui se la velocità massima segnata sul cruscotto dell'auto fosse 130 km/h, guidando in autostrada l'ago del tachimetro sarebbe schiacciato al limite massimo e potrebbe provocare preoccupazione in chi guida. Con il tachimetro a 230 km/h, invece, viaggiando sulla A1 (entro i limiti) la lancetta del contachilometri è a metà del semicerchio. Trasmettendo sicurezza.

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