Enel, cessioni in Perù per 2,9 miliardi

Gli asset vanno alla cinese Csgi, scende il debito. Starace: "Investimenti ottimizzati"

Enel, cessioni in Perù per 2,9 miliardi

Enel cede alcuni asset in Perù per 2,9 miliardi e porta il conto delle dismissioni realizzate da inizio anno oltre quota quattro miliardi. Un conto che sale oltre sette miliardi considerando le operazioni andate in porto a dicembre. La strada è ancora lunga, ma procede a pieno ritmo il piano salva-debito da 21 miliardi deciso dall'ad Francesco Starace nell'ultima strategy. Un ridimensionamento che nel 2023 porterà sul mercato asset Enel per almeno 12 miliardi.

Partendo proprio dal Perù, ieri Enel ha ceduto ai cinesi di Csgi gli asset di distribuzione, fornitura e servizi energetici avanzati: l'83,1% di Enel Perú e il 100% di Enel X Perù. Si prevede che, complessivamente, l'operazione genererà una riduzione dell'indebitamento netto consolidato di circa 3,1 miliardi nel 2023 e un impatto positivo sull'utile netto reported pari a circa 500 milioni di euro. «Questa operazione ci consente di massimizzare il valore degli investimenti compiuti finora in Perù nella digitalizzazione della rete e nei servizi energetici avanzati, proseguendo l'attuazione del piano di dismissione degli asset annunciato a novembre», ha detto Starace.

La mossa nel Paese Sudamericano segue quelle annunciate nei mesi scorsi. In primis in Argentina dove il gruppo realizzerà un'uscita a tappe, essendo presente nella generazione e nelle distribuzione: a febbraio Enel Argentina ha siglato e perfezionato un accordo da 109 milioni per la vendita del 75,7% detenuto nella società di generazione termoelettrica Enel Generación Costanera e del 41,2% detenuto in Central Dock Sud, società che possiede e gestisce una centrale a gas a Buenos Aires.

L'altra più corposa operazione è invece l'uscita dal mercato rumeno. Enel ha ceduto tutti gli asset in Romania, dove era presente dal 2005, alla greca Public Power Corporation per 1,26 miliardi. L'attuale piano strategico del gruppo prevede di riposizionare Enel nei Paesi a maggior crescita in cui ha una presenza integrata, ossia Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia. Di contro è prevista l'uscita totale da Argentina e Perù. In Australia e Grecia, inoltre, Enel prevede di fare cassa aprendo a soci il capitale dei gruppi che operano in loco.

Tutto ciò dovrebbe avere un impatto positivo immediatamente visibile sull'indebitamento netto di gruppo, che scenderebbe a 51-52 miliardi di euro entro la fine del 2023, dai 58-62 miliardi di euro stimati nel 2022.

Dopo il faro acceso qualche giorni fa dalla Corte dei Conti sul debito, la vendita degli asset di storage potrebbe fare la differenza.

Secondo indiscrezioni di stampa, Enel starebbe valutando la cessione dell`80% della società che gestisce gli accumuli, valutata circa 2 miliardi di euro. Enel dovrebbe mantenere una quota del 20% e la gestione operativa degli accumuli. Un'operazione non prevista nel piano che potrebbe far salire il conto delle dismissioni 2023.

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