Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'Eni, è indagato dalla procura di Milano per corruzione internazionale in relazione alle tangenti pagate da società del gruppo a politici algerini. Gli inquirenti parlano di una commessa di 11 miliardi di dollari e di una maxi tangente da 197 milioni di euro. Una vicenda che coinvolge la Saipem, la holding Eni e appunto il suo a.d. Scaroni.
Per aggiudicarsi i lavori del progetto Medgaz e del progetto Mle in joint venture con l’ente di stato algerino Sonatrach, le due società italiane avrebbero versato alla società di Hong Kong, Pearl Partners Limited dell’intermediario Farid Noureddine Bedjaoui quasi 200 milioni di presunte mazzette da distribuire a faccendieri, esponenti del governo algerino e manager della stessa Sonatrach.
Secondo quanto si apprende da fonti qualificate in ambienti giudiziari, Scaroni avrebbe incontrato a Parigi un intermediario di una società di Hong Kong, società che avrebbe fatto da collettore delle tangenti destinate a funzionari pubblici algerini per gli appalti Saipem.
Ondata di vendite su Eni dopo la notizia delle indagini a carico di Scaroni.
L’azione è ora la peggiore dell’ftse mib con un ribasso del 4% a 17,5 euro. Eni era crollata (con una perdita vicina al 5%) anche nel giorno del profit warning di Saipem. "Siamo totalmente estranei", ha dichiarato Scaroni all’Ansa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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