Ennesima promessa di Tridico: ecco quando arriva la Cig in busta paga

Il presidente dell'Inps spiega come, malgrado le critiche ricevute, l'ente previdenziale abbia cercato di rispondere alle domande degli utenti. "Qua ci siamo trovati di fronte a un'Apocalisse. Ci rendiamo conto?". Poi la promessa, e un messaggio di speranza: "Stiamo notando un fortissimo calo delle richieste di Cig, il Paese è ripartito"

Ennesima promessa di Tridico: ecco quando arriva la Cig in busta paga

Intervistato dal quotidiano "Repubblica" il presidente dell'Inps Pasquale Tridico torna a dare nuove speranze a tutti gli italiani che ad oggi sono ancora in attesa della cassa integrazione. Con l'avvento del Coronavirus e dell'emergenza sanitaria, che hanno portato all'introduzione del lockdown e delle varie misure restrittive, sono tanti quelli che non hanno più potuto lavorare, trovandosi in gravi difficoltà economiche.

L'arrivo della Cig in tempi rapidi sarebbe stato più che mai fondamentale, eppure, malgrado le promesse e le garanzie del governo, l'attesa non ha fatto altro che allungarsi. Con queste premesse, le dichiarazioni rilasciate ieri da Tridico hanno avuto un peso enorme per tutti coloro che ancora attendono di ricevere il denaro. Parliamo di ben 419 mila domande giacenti. "Mi impegno a pagare l'arretrato in settimana. Entro venerdì 12 giugno", ha affermato il presidente dell'Inps, come riferito da "Repubblica". "All'Inps ci sono lavoratori straordinari che si stanno facendo in quattro per dare una risposta a tutti. Come quelli della Sanità hanno garantito la protezione dal virus, noi abbiamo garantito la protezione sociale".

Attaccare l'ente previdenziale non è giusto, sembra voler dire Tridico, che ha spiegato come tutti i lavoratori dell'Inps si siano impegnati per rispondere alle numerose richieste degli utenti."I nostri hanno lavorato a Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio, hanno subìto minacce, insulti. Non è giusto, l'Italia deve essere orgogliosa di loro. Anche perché la Cig, al 90 per cento, è stata pagata", ha dichiarato.

Non si possono comunque negare i pesanti ritardi. Il giornalista di Repubblica ha inoltre fatto presente a Tridico che la differenza fra il numero dei dipendenti pagati (7,6milioni di lavoratori) e quello dei potenziali beneficiari della misura di previdenza (8,4milioni di lavoratori) porta ad un risultato di 800mila: ben più dei 419mila che l'ente ha dichiarato essere ancora in attesa di Cig."È statisticamente scorretto sottrarre dai beneficiari potenziali, che sono mele, gli assegni effettivamente pagati, che sono pere. Non si può fare e lo capisce chi conosce i meccanismi complessi della Cig", ha prontamente risposto il presidente dell'Inps. "Quando un'azienda a inizio del mese inoltra la domanda di Cig viene conteggiata come potenziale richiedente. Ma quella è solo una prenotazione di risorse. Soltanto a fine mese il titolare dell'impresa conosce il numero delle domande effettivamente da presentare, con il numero di ore lavorate", ha aggiunto. Ci sarebbe, dunque, uno scarto. 419mila domande in arretrato sono comunque molte."Capisco che sia un grande problema per i lavoratori, ma noi abbiamo ricevuto gli SR41 corrispondenti nell'ultima settimana di maggio", ha affermato Tridico, che nel corso dell'intervista ha comunque voluto dare una buona notizia: "Stiamo notando un fortissimo calo delle richieste di Cig, stimiamo un meno 50 per cento. Un dato che mi dice che il Paese è ripartito. Finalmente".

Il giornalista di Repubblica chiede poi conto al presidente di una sua infelice uscita per la quale era stato attaccato: "Stiamo riempiendo di soldi gli italiani". "Io quella frase non l'ho mai detta, è stata solo un titolo forzato", ha subito precisato Tridico."Certo, ci sono stati ritardi, il modello della Cig è molto complicato. Ma è uno strumento pensato per tempi normali, qua ci siamo trovati di fronte a un'Apocalisse. Ci rendiamo conto? In un mese soltanto abbiamo fatto più Cig che in tutto l'anno peggiore della crisi precedente. Anche le Regioni sono state costrette a fronteggiare una cosa enorme. Abbiamo avuto un infarto ma l'Italia è ancora in piedi. E dobbiamo dire grazie al nostro Stato sociale se il Paese, nonostante tutto, è rimasto coeso. Dobbiamo dire grazie alla Cig, ai bonus, al Reddito di cittadinanza".

Lo sforzo dell'Inps è enorme, ha aggiunto Tridico."Stiamo sovvenzionando anche aziende che, altrimenti, chiuderebbero e licenzierebbero. Così come stiamo sovvenzionando con la Cig anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50 per cento, e grazie agli aiuti di Stato preferiscono non farlo". Le ragioni sono molteplici: "Per pigrizia, per opportunismo, magari sperando che passi la piena e il mercato riparta come prima. In alcuni settori ci possono anche essere imprenditori che non affrontano le difficoltà della riapertura 'tanto c'è lo Stato' che paga l'80 per cento della busta paga. Adesso basta scrivere Covid e noi paghiamo, senza controlli, senza burocrazia, senza sindacati".

Un pensiero va poi al 17 agosto, data in cui potranno riprendere i licenziamenti.

"L'estensione della Cig e lo sblocco dei licenziamenti vanno allineati. Se intervengono i fondi Sure dell'Ue sarà un passo avanti enorme che consentirà al governo di aumentare la copertura degli ammortizzatori fino alla fine dell'anno", ha concluso il presidente dell'Inps.

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