Prima che vengano resi noti i risultati degli stress test sugli istituti di credito, il presidente dell'Autorità bancaria europea, Andrea Enria, in un'intervista a Repubblica spiega quale è lo stato di salute degli istituti di credito europei: "E' diverso dal passato: non più spingere a una ricapitalizzazione immediata del sistema, ma dare un input nelle valutazioni di vigilanza che le autorità devono dare sui piani patrimoniali a medio termine degli istituti. Questo rende un po' difficile la comunicazione: è inappropriato dare un'interpretazione meccanicistica, per cui uno vede i risultati e identifica una cifra di capitale mancante". Poi parla delle banche tedesche: "Le banche con modelli di banca d'investimento hanno in generale avuto impatti molto significativi, in alcuni casi più elevati di banche con modelli tradizionali. Questa critica è riportata in Italia con un confronto con le banche tedesche, ma se uno guarda l'impatto patrimoniale sulle banche italiane e tedesche nell'esercizio del 2014, si vede con chiarezza a livello individuale e di sistema, che l'impatto è stato simile, e lievemente più forte per le banche tedesche".
Infine descrive il quadro di quelle italiane: "Il tasso di crediti deteriorati sul totale degli attivi è del 5,7% a livello europeo e 16,6% a livello italiano. Il return on equity (un indice di redditività ndr) è 5,8% a livello europeo e 3,3% a livello italiano. Il coefficiente di patrimonializzazione è 13,4% a livello europeo e 11,4% in Italia.
Dunque tutti stanno facendo progressi, però le banche italiane sono in media un po' più deboli soprattutto sul fronte della qualità degli attivi. I Paesi che hanno sofferto di più durante la crisi - Cipro, Grecia, Slovenia, Portogallo, Irlanda, Ungheria e Italia - hanno un ammontare di attività deteriorate più elevate rispetto ad altri".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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