Esasperati dall'Imu E spuntano le guide per evitare di pagare

Gli italiani si sentono sempre più vessati dal salasso delle imposte sul mattone E su internet si trovano i manuali con i trucchi per scampare al balzello

Esasperati dall'Imu E spuntano le guide per evitare di pagare

R adere al suolo vecchie case, scoperchiare capannoni, donare l'abitazione della nonna a figli o cugini e persino infrangere il «sacro vincolo» del matrimonio. Gli italiani ne hanno inventata una più del diavolo per evitare di subire il salasso dell'Imu e della Tasi che hanno fatto schizzare, in soli tre anni, da 9 a 25 miliardi il prelievo sul settore immobiliare. Trucchi, escamotage e furbate, a volte raccolti in vere e proprie guide, sono lo specchio di un'Italia costretta agli espedienti per cercare di sopravvivere a tasse esose.

Il tipo di «equilibrismo» fiscale al quale si ricorre maggiormente è il cambio di categoria catastale dell'immobile. Dal 2010 al 2013 la categoria «F», destinata agli immobili che non producono reddito ha registrato un incremento del 17,7% passando da 2,6 a 3,1 milioni di unità. In particolare, la categoria «F2», cioè gli immobili collabenti (in buona sostanza, i ruderi), ha visto un balzo del 12,4% tra 2012 e 2013 a 420mila unità. Poiché la loro rendita è zero, questi immobili non pagano l'Imu e nemmeno la Tasi. È la ragione principale per la quale tanti capannoni industriali vengono scoperchiati in modo da ottenere il riaccatastamento. L'Imu sul capannone può costare fino a 80mila euro all'anno, ma la procedura deve essere effettuata da un tecnico esperto altrimenti alla prima verifica si dovranno pagare mora e sanzioni. C'è, invece, chi si avventura nelle dichiarazioni di inagibilità per dimezzare il carico di Imu e Tasi.

La soluzione estrema è, decisamente, più splatter : procedere con la ruspa e cancellare il proprio immobile. La demolizione salva dal pagamento delle imposte, ma è costosa perché bisogna chiedere un permesso e rivolgersi a ditte specializzate. In alcuni casi il gioco vale la candela. Secondo Confedilizia, in alcune province le richieste di questo tipo di permessi sarebbero aumentate del 20 per cento negli ultimi anni.

Altra prassi molto utilizzata è quella della donazione, cioè la cessione a titolo gratuito del bene immobile. Circa l'80% degli italiani è proprietario di una casa: perché l'ha ereditata oppure perché ha usufruito dell'aiuto dei genitori per acquistarla. Sempre più spesso le famiglie si ritrovano dal notaio per il cosiddetto «riallineamento» del patrimonio in modo tale che chi vive in un immobile ne diventi anche il titolare. Si spiega così il boom delle donazioni di unità immobiliari residenziali che, tra il 2011 e il 2012 (dati Istat) sono aumentate del 44,4% a oltre 127mila. In questo elenco vanno ricomprese anche le donazioni di immobili in stato di completa fatiscenza che, però, producono reddito fondiario. In Sicilia nei Comuni di Caltanissetta e di Gangi si è assistito a un florilegio di donazioni di vecchi immobili del centro storico. Nel capoluogo nisseno i proprietari si sono liberati di antiche abitazioni del centro storico donandole ad extracomunitari, mentre a Gangi molte case sono state regalate a stranieri a scopo di restauro.

Il trucco più rischioso (e anche meno commendevole) è la finta separazione. Due coniugi scelgono di porre fine fittiziamente al loro matrimonio in modo da risultare intestatari ognuno di un'abitazione e pagare le aliquote più basse relative alla prima casa. Le spese legali non sono basse, ma alcuni corrono il rischio di essere indagati per il reato di falsa testimonianza pur di non pagare la super-Imu sulla seconda casa. I dati Istat rilevano che tra 2010 e 2012 il numero di separazioni annue è rimasto stabile a circa 88mila unità.

Se si osserva la distribuzione territoriale, però, emerge che la frequenza è massima nelle Regioni settentrionali ed elevatissima in Liguria e Valle d'Aosta, luoghi di vacanza per antonomasia. È lecito supporre che chi ha uno chalet a Courmayeur o una villetta a Santa Margherita sia potenzialmente più disposto a lasciare la moglie o il marito. E pensare che una volta matrimonio e casa erano quasi sinonimi.

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