Un primo tassello della successione alla guida dell'impero di Leonardo Del Vecchio è andato al suo posto. Già perché nel pomeriggio di ieri si è riunito il consiglio d'amministrazione di EssilorLuxottica che, dopo aver reso omaggio al padre fondatore scomparso lunedì, ha nominato Francesco Milleri nuovo presidente per la durata residua del mandato, che andrà in scadenza nel maggio del 2024. Milleri, che aveva già la carica di amministratore delegato, ricoprirà quindi entrambi i ruoli delineando una certa continuità nella governance, che resterà a trazione italiana e nelle mani di uno dei manager che godeva della fiducia di Del Vecchio. Confermato anche il vice Paul du Saillant.
Nella medesima riunione, il Consiglio ha nominato per cooptazione tra i propri membri Mario Notari. Quest'ultimo è professore ordinario di Diritto Commerciale dell'Università Bocconi di Milano, è già stato membro del cda di Luxottica tra il 2015 e il 2018 ed è attualmente membro del board di Delfin, la holding lussemburghese della famiglia Del Vecchio che ha in pancia anche le partecipazioni in Generali, Mediobanca, Covivio e Unicredit. Ma se sul fronte industriale la situazione sembra già essersi delineata, la partita della holding di famiglia è ancora in stand by. Il nome della persona che tirerà le redini di Delfin dovrebbe essere indicato nelle carte testamentarie, che tuttavia saranno aperte solo dopo i funerali di Del Vecchio che si terranno domani, alle 10.30, ad Agordo (Belluno) al Palaluxottica, dove peraltro è stata allestita la camera ardente. Alle esequie attese migliaia di persone, con gli stabilimenti del colosso dell'occhialeria che chiuderanno per lutto. Per permettere a tutti di seguire la funzione, saranno allestiti dei maxischermi.
Nei giorni scorsi è circolata con insistenza la candidatura dello stesso Milleri per guidare Delfin, considerato «un equilibratore tra le diverse componenti della famiglia» ma si è fatto anche il nome di Romolo Bardin, ad della holding di famiglia.
Chiunque sia la persona designata, l'orientamento di Delfin sarebbe non mollare la presa su Mediobanca (di cui Del Vecchio deteneva il 19,4%), con il dossier per salire sopra il 20% che resta aperto. E la Borsa prende atto: con il titolo di Mediobanca che rimbalza a Piazza Affari dell'1,2% con Generali (+1,1%).
Sul fronte Mediobanca e Generali (in cui Delfin detiene oltre il 9%), erano aperti colloqui con la Bce, che avrebbe stabilito che se l'holding dei Del Vecchio vuole superare il 20% di Mediobanca lo può fare solo con una configurazione bancaria. L'alternativa, più plausibile, è un'alleanza in cordata con un gruppo del credito, a cui Del Vecchio avrebbe seriamente lavorato con l'aiuto di Milleri.
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