Euribor sotto lo zero. Adesso il mutuo facile non è una chimera

Per la prima volta l’Euribor a 3 mesi, l’indice di riferimento a cui sono agganciati la maggior parte dei mutui a tasso variabile, è sceso sotto zero

Euribor sotto lo zero. Adesso il mutuo facile non è una chimera

Il "mutuo facile" potrebbe non essere più una chimera. Tutto grazie al circolo virtuoso generato dal programma di quantitative easing voluto da Mario Draghi. L’eccesso di liquidità sul mercato pilotato dalla Bce con la sua strategia iper-espansiva sta schiacciando i tassi e oggi per la prima volta l’Euribor a 3 mesi, l’indice di riferimento a cui sono agganciati la maggior parte dei mutui a tasso variabile, è sceso sotto zero. Una buona notizia per i milioni di mutuatari italiani soprattutto se si considera che agli albori della crisi del debito europea, nel 2008, l’Euribor trimestrale viaggiava attorno al 4%.

Certo è ancora tutto da verificare l’impatto reale sul costo di prestiti e mutui per le famiglie, visto che molto dipende dalle clausole contrattuali applicate dai singoli istituti. Ma è comunque un fatto che a poco più di un mese dal lancio del piano di acquisti di titoli di Stato da 60 miliardi della Bce, l’Euribor a 3 mesi sia sceso fino al minimo assoluto di -0,001%, in calo dal +0,001% di ieri. Già a gennaio, la sola attesa del lancio del Qe aveva spinto l’Euribor a un mese in negativo (-0,004%). E in Italia il mercato dei mutui è ripartito da qualche mese con una crescita delle erogazioni a due cifre (mentre resta ancora negativa la quota di prestiti alle imprese). Segno che la strategia Bce sta funzionando come rimarca lo stesso Draghi che parla di "effetti positivi" sui mercati finanziari che si stanno trasmettendo all’economia reale, con "condizioni di indebitamento per imprese e famiglie migliorate in misura considerevole".

In concreto adesso, con l’Euribor negativo, cosa cambia per le famiglie italiane? In teoria, la rata di un mutuo a tasso variabile si calcola sommando lo spread (la percentuale fissa di guadagno delle banche) all’andamento del tasso interbancario scelto, che per la maggior parte dei mutui è l’Euribor a 1 o 3 mesi. Ora, con l’Euribor sotto la soglia dello zero, gli istituti di credito dovrebbero sottrarre dallo spread il valore dell’Euribor abbassando così il tan (tasso annuo nominale) del mutuo (salvo clausole che fissano una soglia minima). Per fare un esempio, nel caso di un mutuo variabile a 15 anni da 200.000 euro con l’Euribor poco sotto lo zero, la rata si aggira sui 1.195 euro, mentre con un Euribor in risalita allo 0,50% la rata lievita a 1.240 euro. Ma se la discesa dell’Euribor è una buona notizia per chi ha un mutuo non lo è altrettanto per le banche.

Lo spiega bene lo strategist di Societè Generale, Ciaran Ò Hagan secondo cui "Draghi vuole farci prestare denaro e non farcelo parcheggiare negli investimenti sull’interbancario, l’obiettivo del Qe è spingerci ad assumerci rischi". Ed è più che probabile che quel rischio vada a finire tra le voci di costo a carico delle famiglie.

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