Ex Ilva, sei gruppi interessati. In arrivo il bando di cessione

Il documento pronto per fine luglio, in corsa anche Arvedi e Marcegaglia. Ridotta la cassa integrazione

Ex Ilva, sei gruppi interessati. In arrivo il bando di cessione
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Una lieve sforbiciata (da 5.200 a 4.700) alla cassa integrazione e la presentazione del bando per la vendita del gruppo a uno o più player privati sono stati i protagonisti della trattativa governo-sindacati per il rilancio dell'ex Ilva. Un nuovo vertice, andato in scena ieri a Palazzo Chigi, nel corso del quale il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha inoltre riferito che sono sei gli attori pronti a muovere sul polo siderurgico con potenziali proposte d'acquisto: due indiani, un ucraino, un canadese e due italiani.

Tra i gruppi italiani si ipotizzano i nomi di Arvedi e Marcegaglia. Gruppo quest'ultimo che, a quanto risulta, nei giorni scorsi ha visitato gli stabilimenti ex Ilva di Genova Cornigliano e Novi Ligure, come Sideralba. Tra gli operatori stranieri, i nomi che circolano sono di due imprese indiane, Vulcan Green Steel e Steel Mont, del gruppo ucraino Metinvest e dell'azienda canadese Stelco.

Tutti e sei - in realtà - attendono i dettagli del bando per poter procedere con una qualsiasi manifestazione di interesse. Aspetti che sarebbero in parte stati presentati ieri nel corso del vertice con i sindacati e che prevedono obblighi di decarbonizzazione, la massimizzazione dei livelli occupazionali e la ricerca di investitori di lungo termine in grado di portare beneficio ai territori e alle comunità locali.

Sul fronte dei tempi la vendita partirà a fine luglio e i player interessati avranno tempo fino a metà settembre per decidere. Dopo di che, le aziende ammesse al bando dovranno accettare una bozza di pre accordo e fare una offerta vincolante entro pochi mesi (se stranieri dovranno presentare anche la documentazione inerente la golden power). Le offerte potranno essere anche parziali, sui singoli stabilimenti del gruppo. Quanto agli ammortizzatori sociali i commissari hanno sottolineato che il regime di cassa integrazione per i lavoratori di Acciaierie d'Italia (ex Ilva) in amministrazione straordinaria sarà funzionale esclusivamente al piano di ripartenza. Il ricorso agli ammortizzatori sociali, infatti, è stato pensato ed elaborato separatamente rispetto al piano industriale e prevede una diminuzione progressiva di lavoratori interessati (ora a 4.700).

Negativa la reazione dei sindacati con il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella che definisce il nuovo piano «in discesa, con il raddoppio della cassa integrazione e una produzione minima con un solo altoforno. Nel progetto illustrato dal governo e dai commissari non vediamo garanzie, non ci sono certezze per i lavoratori né una prospettiva industriale solida».

A fine incontro, i commissari hanno poi chiarito che «hanno già fornito a inizio giugno tutte le integrazioni documentali richieste dal ministero dell'Ambiente in riferimento alla marcia degli impianti e alla valutazione dell'impatto sanitario (Vis) a 6 milioni di tonnellate».

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