Le imprese del commercio fanno esperienza diretta di un contesto assai competitivo, complesso da interpretare. Che si traduce in modelli vincenti da studiare e praticare con competenze innovative; misurandosi con il fascino di nuove conoscenze che esaltino la creatività del capitale umano nel rendere familiare il rapporto quotidiano con gli strumenti digitali (artificial Intelligence e Robotics). A tutto vantaggio del rapporto «esperienziale» di relazione con il consumatore/persona. Di questo si è ragionato, grazie al contributo di autorevoli professionisti e accademici, a Stresa (13 e 14 giugno), al Retail Summit l'annuale appuntamento di Confimprese, l'associazione che raccoglie i migliori brand del commercio moderno. Nata per intuizione di Mario Resca (di cui è presidente) top manager di grandi visioni che ben conosce il mondo della distribuzione occupando ruoli al vertice in insegne di primaria importanza del settore Confimprese ha compiuto i suoi primi vent'anni. Durante i lavori ho colto il legame, l'amicizia, il desiderio di condividere domande tra professionisti che spesso sono competitor. Ecco un'associazione vera, utile, che sa come si promuove una rete. Ho visto concretezza e voglia di costruire.
Quanta differenza con le poco utili associazioni di categoria di cui il Belpaese abbonda. Come, Confindustria che, come ha ricordato su queste colonne Marcello Zacché (editoriale del 23 giugno), ha scoperto solo in questi giorni attraverso le parole del presidente Vincenzo Boccia e del direttore de Il Sole24 Ore Fabio Tamburini la paralisi che il governo ha imposto al Paese «seminando tempesta nel mondo delle imprese».
Dopo un lungo periodo di infatuazione. Segnale molto grave. Significa non essere collegati con le legittime esigenze e preoccupazioni dei propri associati. Tutto il contrario di quel che fa Confimprese. Chi di dovere, mediti!www.pompeolocatelli.it
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