Dopo Automobili Lamborghini, conti da record anche per Ferrari. Fin qui tutto secondo copione, con l'ad Benedetto Vigna che parla di «secondo trimestre con risultati eccezionali e un'elevata marginalità per un Cavallino rampante forte in tutte le aree». Notevole la crescita delle vendite in Cina: +14%. Rivista al rialzo anche la guidance, «sostenuta, in particolare, da un contributo delle personalizzazioni sorprendente». A Maranello, intanto, si delinea con maggiore chiarezza la strategia futura di prodotto e il modo con cui raggiungere la «neutralità carbonica». In proposito, come sottolineato dal Cfo Antonio Picca Piccon, «avremo un mix di prodotto molto bilanciato nelle vendite tra auto a combustione interna e ibride». Queste ultime, nel trimestre, hanno rappresentato il 43% delle consegne totali. «La redditività - ha puntualizzato il Cfo - è basata sul posizionamento del singolo modello, piuttosto che sulla motorizzazione».
Nel quarto trimestre del 2025, comunque, sarà presentata la prima Ferrari elettrica pura, che nascerà nel nuovo «E-Building». La struttura, interamente caratterizzata da energia rinnovabile, sarà operativa nel giugno 2024. L'«E-Building», oltre a produrre componenti fondamentali per le auto elettriche, «avrà la flessibilità per assemblare anche altre vetture non elettriche», come precisato dall'ad Vigna. In pratica, anche a Maranello si cerca di capire quale evoluzione avrà la transizione energetica legata alla mobilità.
E Purosangue? La prima Ferrari (non Suv) a 4 posti e 4 porte, con quelle posteriori ad apertura «controvento», disponibile proprio dal secondo trimestre? «Aumenteranno nella seconda parte dell'anno - le previsioni di Vigna - ma nel 2023 le consegne saranno meno del 10% di quelle totali. La domanda del modello continua a essere alta e stiamo raccogliendo ordini per la coda finale».
I numeri, ora: ricavi netti del secondo trimestre pari a 1.474 milioni (+14,1%) e 3.392 consegne totali, in linea con i piani per l'anno. Ebitda adjusted a 589 milioni (+31,9%) ed Ebit adjusted di 437 milioni (+35,4%). L'utile netto adjusted tocca i 334 milioni e quello diluito per azione adjusted è pari a 1,83 euro. Ferrari chiude invece il primo semestre con un utile netto di 631 milioni (+29%), i ricavi salgono del 17% a 2,903 miliardi e le consegne di auto del 4% a 6.956 unità. «Ci sono voluti solo 6 mesi per superare la soglia di 1 miliardo di Ebitda - ha evidenziato Vigna - mentre ci è voluto tutto il 2017 per superare lo stesso livello. L'innovazione è al centro di Ferrari e continua a trainare crescita e risultati».
Stime al rialzo, quindi, con l'attesa di ricavi pari a 5,8 miliardi (da 5,7) e un Ebitda adjusted tra 2,19 e 2,22 miliardi con margine al 38% (da 2,13-2,18 e margine al 38%).
Freddina, però,
Piazza Affari che ha mandato il titolo Ferrari sull'ottovolante: apertura in ribasso e chiusura in recupero (-0,31% a 289 euro). Per Bernstein, «il miglioramento delle stime e degli utili del secondo trimestre non sorprende».
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