Ferrari vince il Gp di Borsa, vale il doppio di Stellantis

Il Cavallino quota 56 volte l'utile per azione, meglio anche di Hermès. Ma ora la sfida è il tutto elettrico

Ferrari vince il Gp di Borsa, vale il doppio di Stellantis
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Ferrari macina record in Borsa. Il Cavallino Rampante ha messo la freccia ad agosto, aggiornando più volte i massimi storici e segnando un rally del 15% circa dopo la revisione al rialzo della guidance 2024. Il valore di mercato della Rossa ieri si è spinto nell'intraday oltre i 84 miliardi di euro, quasi doppiando Stellantis (44 miliardi); tra i colossi italiani risulta seconda per capitalizzazione alla sola EssilorLuxottica (97,8 miliardi). Da inizio anno la Rossa segna in Borsa un rotondo +40 percento.

Riavvolgendo il nastro indietro di otto anni e mezzo, quando la Ferrari debuttò in pista a Piazza Affari, in titolo segnò un primo prezzo a 43 euro e l'allora presidente della casa di Maranello, Sergio Marchionne, scrisse sul libro della cerimonia «questo è un nuovo traguardo e una nuova partenza». Da allora il valore della società fondata da Enzo Ferrari si è decuplicato. Ieri il titolo ha segnato un nuovo massimo assoluto a 435,50 euro, dieci volte quanto valeva al debutto di inizio 2016 (ricordiamo che la quotazione è avvenuta al Nyse il 21 ottobre 2015, mentre a Milano il listing è avvenuto a seguito dello spin-off da Fca). Gli azionisti storici di Ferrari, Exor (22,9%) e Piero Ferrari (10%) hanno visto il valore della loro partecipazione lievitare rispettivamente di 16,5 e 7,5 miliardi.

In questi anni Ferrari ha sovraperformato ampiamente il Ftse Mib così come l'Msci Global Luxury Index (l'indice dei titoli del lusso). La casa di Maranello non si confronta con il settore automotive, ma con quello del lusso alla luce del mix di unicità del marchio, pricing power e redditività. Ferrari è quindi a tutti gli effetti agli occhi degli investitori una «quality stock» grazie alle caratteristiche di resilienza del modello di business e al basso livello di rischio. A livello di multipli il price/earing di Ferrari è 56, superiore a quello della francese Hermès (51), un peer del lusso. «Esistono solo una Ferrari e un solo Hermès, seduti ai vertici delle rispettive attività», hanno sentenziato nelle scorse settimane gli analisti di Bernstein.

Per quest'anno il ceo Benedetto Vigna non vede alcun segno di debolezza nella clientela di fascia alta. Il gruppo stima ricavi per 6,55 miliardi a fine anno, con free cash flow oltre i 950 milioni. Dopo i conti record semestrali e la revisione al rialzo della guidance, gli analisti si concentrano già sulle sue prospettive per il 2025. La casa d'affari britannica Barclays ha alzato il giudizio da equalweight a overweight con target price a 450 euro, pari a un premio medio del 10% sul multiplo di Hermès, ritenendo che la Rossa può andare a superare le aspettative del mercato sia il prossimo anno che nel 2026.

Tra le sfide del futuro spicca l'elettrificazione. La prima Rossa elettrica è in agenda entro il quarto trimestre del 2025 e gli investitori andranno a capire se il fascino della rossa rimarrà intatto anche in versione EV.

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