Non c'è pace per la realizzazione della rete in fibra in Italia. Se nelle grandi città i problemi di collegamento alla rete sono facili e si può scegliere tra le offerte di più operatori, nei comuni più piccoli la rete in fibra è ancora una chimera. E non si parla solo di «aree bianche», quelle a fallimento di mercato, dove Open Fiber sta portando avanti la cablatura grazie alle gare vinte. L'anno scorso infatti doveva partire anche il bando per le «aree grigie», per intenderci sono solitamente comuni (circa 3mila in tutta Italia) con aree industriali, ma a causa della pandemia il Mise ha rinviato la pratica che ora è attesa, crisi di governo permettendo entro la metà dell'anno. Anche in questo caso l'importo potrebbe arrivare a 3 miliardi, come per le «aree bianche», e parte dei fondi potrebbero arrivare proprio dal Recovery fund da 200 miliardi di euro a cui sono legate le speranze di una ripartenza del Paese. Inutile dire che tra smartworking, didattica a distanza e nuove possibilità di impiego offerte dal digitale la realizzazione dell'autostrada informatica appare estremamente urgente.
Inoltre il cambio di governo ha rallentato la corsa del progetto AccessCo, ossia l'accordo per la realizzazione di una rete in fibra unica tra Open Fiber e Tim. Ma il progetto per le aree grigie è necessario proprio per riuscire ad agguantare in tempi rapidi i fondi europei del recovery. E quindi anche in questo caso si potrebbe dover assistere a una sfida per accaparrarsi i soldi delle gare tra Tim e Open Fiber come nelle aree bianche. Tim, che non si è aggiudicata neppure una gara sulle «bianche», sta cercando di portarsi avanti sulle «aree grigie». La società guidata dall'ad Luigi Gubitosi infatti ha presentato, tramite FiberCop, la società realizzata con il fondo Kkr e Fastweb, un piano di coinvestimento aperto a tutti gli operatori proprio per le «aree grigie» che interessa 1610 comuni che dovrebbe essere cablati entro il 2025. Intanto Infratel, società del Mise guidata da Marco Bellezza, ha pubblicato i dati sullo stato di avanzamento dei lavori relativamente al piano aree bianche, in capo a Open Fiber. Dall'avvio del Piano nazionale banda ultralarga («Bul»), sono stati aperti alla commercializzazione, e dunque cablati, oltre 1.774 comuni. I numeri di Open Fiber, che è in ritardo con il piano, sono più alti: 1860 comuni.
Entro il 2023 dovrà arrivare in tutti i 6500 comuni del bando per un totale di 9 milioni di unità immobiliari. Ad oggi Open Fiber dichiara di essere presente in 271 grandi città e di aver cablato, tra aree bianche e nere, circa 11 milioni di unità immobiliari.
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