Lo sprint degli ordini e l'eolico offshore spingono i conti di Fincantieri. Il gruppo della cantieristica navale nei primi nove mesi del 2023 ha visto salire del 60% i suoi margini lordi (Ebitda al 5,1%) a 276 milioni di euro rispetto a un anno prima. I ricavi sono arrivati a 5,4 miliardi (+1,3%). Fanno ben sperare le commesse, anch'esse in crescita, con 86 navi in consegna fino al 2030 per complessivi 22,2 miliardi (di cui 4 acquisiti nei primi nove mesi di quest'anno contro i 3,3 dell'anno passato). L'amministratore delegato, Pierroberto Folgiero, che ha varato un anno fa un nuovo piano industriale al 2027, poco dopo il suo insediamento ha detto che i numeri «dimostrano una progressione positiva verso gli obiettivi che ci siamo dati nel nuovo piano industriale in termini operativi, economici e finanziari». E ha confermato la guidance su ricavi, ebitda, posizione finanziaria netta. Quest'ultima si attesta, in negativo, a 2.705 milioni, in linea con quanto era previsto per quest'anno.
Il settore offshore (a cui fa capo l'eolico) e delle navi speciali da lavoro al 30 settembre 2023 presenta ricavi pari a 710 milioni, in aumento del 28,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (887 milioni di ordini, +64% su un anno fa). Mentre il settore della cantieristica navale registra ricavi a 4,3 miliardi (-5,3%), un dato in linea con la tabella di marcia.
L'ad Folgiero sta spingendo forte anche sul setttore della subacquea, che include la produzione di sottomarini, e definisce il suo gruppo «la locomotiva di questa nuova catena di fornitura».
In quest'ambito è stato firmato un memorandum per realizzare il Polo della subacquea con Leonardo, insieme alla quale si vuole «creare una task force stabile per mettere a fattor comune le competenze». Un'iniziativa che vede la partnership della Marina militare. Tra i grandi clienti c'è anche la Us Navy, che ha piazzato un ordine per il suo terzo sottomarino.
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