Fisco, Bpm vince in Cassazione: recuperati 200 milioni

Annullati gli avvisi di accertamento emessi nel 2011. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di Bmp

Fisco, Bpm vince in Cassazione: recuperati 200 milioni
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Buone notizie in casa Banco Bpm. L'istituto guidato dall'ad Giuseppe Castagna, al termine di una lunga battaglia legale ha incassato una sentenza favorevole che risolve un'annosa questione fiscale vecchia di vent'anni. La vicenda è legata alla controversa scalata a Banca Antonveneta da parte di Banca Popolare Italiana nel 2005, quest'ultima poi andata in crisi e confluita nel gruppo Banco Bpm a valle di una serie di fusioni e acquisizioni. Ebbene, la Corte di Cassazione, con sentenza di ieri, ha accolto il ricorso di Banco Bpm, annullando definitivamente gli avvisi di accertamento emessi nel 2011. Questi contestavano la deducibilità dei costi sostenuti durante l'operazione di scalata, allora al centro di un acceso dibattito mediatico e giudiziario. La sentenza consente alla banca di ottenere la restituzione di 201,9 milioni di euro, versati a titolo provvisorio nelle casse del Fisco tra il 2012 e il 2015, oltre agli interessi maturati. La Corte - spiega la nota di Piazza Meda - ha cassato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, e ha accolto il ricorso originario proposto, annullando definitivamente gli avvisi di accertamento.

La banca - che si è avvalsa della assistenza legale dello studio Tremonti Romagnoli Piccardi e Associati, con i soci Cristiano Caumont Caimi e Laura Puddu e dello Studio Stevanato, con Dario Stevanato - nel suo comunicato spiega di essere stata «pienamente convinta delle proprie ragioni e fiduciosa nella positiva conclusione del contenzioso», al punto da aver «iscritto e mantenuto in bilancio tale importo (i citati 201,9 milioni, ndr) nella voce 'altre attività».La scalata ad Antonveneta, condotta dalla Banca Popolare Italiana guidata dall'allora ad Gianpiero Fiorani, si arenò finendo sotto i riflettori della magistratura che indagava su pratiche irregolari.

Alla fine, Antonveneta fu acquistata nel 2006 dal gruppo olandese Abn Amro e, successivamente, nel 2008 da Monte dei Paschi di Siena per la cifra salata di 9 miliardi di euro che superava il reale valore di mercato. Tant'è che l'acquisto contribuì in maniera decisiva al dissesto della banca, che è riuscita risanarsi solo molti anni dopo grazie all'intervento determinante dello Stato.

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