Flop degli ecobonus per l'acquisto di auto in giugno. Non c'è stata la forte «scossa» auspicata, anche perché lo stanziamento di «soli» 170 milioni a favore delle vetture con motori tradizionali (61-135 grammi/km di CO2 emessa) sono andati esauriti in poco tempo, una ventina di giorni. A rimanere, invece, ancora consistente è il fondo per le auto elettriche e ibride plug-in, rispettivamente l'87,3% e il 93,7% del totale. E così il mese scorso è arrivata la dodicesima flessione consecutiva in Italia: -15% sul 2021 e -22,7% se si guarda al primo semestre.
Un segnale indicativo, quello di giugno, che coincide con il (quasi) varo del piano che dovrebbe portare al «tutto elettrico» dal 2035, a meno che i carburanti green si presentino completamente ripuliti e con zero emissioni di CO2 al test Ue del 2026.
I prezzi delle auto elettriche e ibride ricaricabili presentano ancora listini troppo alti e, a concorrere al flop degli incentivi nei loro confronti, sono stati anche il caro energia, le incertezze sull'autonomia chilometrica, le colonnine sempre insufficienti, ma anche l'esclusione dal premio delle flotte aziendali (l'Antitrust, in proposito, ha sul tavolo il «ricorso per discriminazione» presentato da Aniasa, l'associazione di categoria).
«È la dimostrazione - commenta a nome dei concessionari il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino - che, pur condividendo gli obiettivi di miglioramento climatico, il passaggio esclusivo alla vendita di vetture elettriche in brevissimo tempo, solo poco più di un decennio, sia un passo azzardato che causerà profonde spaccature sociali oltre che occupazionali».
«Le deludenti performance di mercato delle auto elettriche - precisa, a sua volta, Michele Crisci (in foto), presidente di Unrae (importatori) - sono la prova evidente, come da tempo segnaliamo, della necessità di includere le persone giuridiche tra i soggetti beneficiari degli incentivi. Enti, aziende e noleggi rappresentano, infatti, nel loro insieme, il 52% del mercato di auto con la spina, e a oggi risultano escluse dai contributi per motivi puramente di budget».
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, a questo punto «sarebbe auspicabile un immediato intervento del governo: infatti, senza modificare lo stanziamento complessivo, gli effetti del fallimento che si è già profilato potrebbero essere contenuti, facendo affluire in un unico stanziamento comune alle vetture con emissioni da 0 a 135 grammi di CO2 al chilometro, tutti i fondi residui e prevedendo la possibilità di accedere agli incentivi alle persone giuridiche anche per utilizzi diversi dal car sharing». Fin qui lo scenario generale.
I costruttori, ora: -14% nel mese Stellantis (-27,5% da gennaio); -23,8% e -26,6% Volkswagen Group; -4,1% e 9,2% Renault Group. Continua la galoppata dell'italiana Dr di Macchia d'Isernia: +185,9% a giugno e +168,6% nel semestre.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.