Francia e Germania non crescono più

Economia tedesca al palo. Il governo francese chiede all'Ue flessibilità. Bce: "Pronti a misure non convenzionali"

Francia e Germania non crescono più

Anche l'economia tedesca è al palo. Anzi in calo. La prima economia europea ha visto il Pil scendere dello 0,2% su base trimestrale tra aprile e giugno rispetto al +0,7% dei primi tre mesi del'anno. Su base annua il Pil tedesco segna un +0,8% dal +2,5% precedente. Frenata dell'economia della Germania che si abbina all'analogo calo trimestrale del Pil italiano, mentre la Francia oggi ha evidenziano un'altro trimestre di crescita nulla. Riscontri che alimentano le incertezze circa il rischio di un arresto della crescita per l'eurozona complice soprattutto l'effetto negativo della crisi Ucraina.

Ad agosto l'indice calcolato dall'istituto Zew, che misura le aspettative economiche in Germania, è crollato a 8,6 punti dai 27,1 punti registrati a luglio, toccando i minimi dal dicembre del 2012. Il declino, ha spiegato l'istituto, è la conseguenza delle recenti tensioni geopolitiche in Ucraina e nel Medio Oriente ed è previsto che la crescita economica in Germania sarà inferiore alle attese nel 2014.

Anche la Francia di Hollande vede nero. Il ministro dell’economia francese Michel Sapin ha ammesso che il pil francese dovrebbe fermarsi allo 0,5% quest’anno e per il 2015 non prevede "cifre superiori all’1%". Una revisione al ribasso sulla crescita che inevitabilmente inciderà sul deficit. Secondo quanto riporta Le Monde, per il ministro la revisione del pil comporterà un "deficit pubblico superiore al 4% del pil nel 2014", contro la previsione iniziale del 3,8%. Alla luce di questo andamento verrà compromesso anche l’obiettivo di riportare il disavanzo sotto il tetto del 3% nel 2015. Sapin ha quindi rivolto un appello all’Ue affinché allenti il rigore sui conti, adattando il ritmo del taglio del deficit alla congiuntura economica.

Insomma, la situazione dell'Eurozona non è positiva. E la bassa inflazione preoccupa la Banca Centrale Europea.

Che ha annunciato il suo "impegno a ricorrere anche a strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato qualora si rendesse ancora necessario affrontare rischi connessi con un periodo di bassa inflazione eccessivamente prolungato".

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