Tra dieci anni il viaggio in treno tra Torino e Genova durerà un'ora, quando oggi occorrono 100 minuti. Anche da Milano a Genova si impiegherà un'ora, contro l'ora e 30 di oggi; da Milano a Trieste le attuali 4 ore e 20 minuti scenderanno a tre ore e 50. Da Napoli a Bari si passerà dalle 3 ore e 35 di oggi a due ore, da Palermo a Catania il percorso sarà compiuto in due ore, anziché tre. L'attraversamento sotterraneo a Firenze contribuirà a ridurre tutti i tempi di viaggio sulla dorsale Torino-Salerno. E' questa l'Italia che verrà, ed è a questo ammodernamento che le Ferrovie dello Stato stanno lavorando: ieri la presidente Nicoletta Giadrossi e l'ad Luigi Ferraris hanno presentato il piano industriale 2022-2031 che traccia le grandi linee guida di un progresso ineludibile. La più grande azienda italiana di trasporti e logistica prevede di investire una cifra colossale, 190 miliardi, per dare servizi di qualità e offrire al Paese un sistema integrato e attento a tutti gli obbiettivi di un mondo che avanza. Le Fs serviranno più passeggeri (il cui numero salirà del 30% a fine piano) su treni in buona parte nuovi, tutti dotati di collegamento wi-fi (anche i regionali) e mossi per il 40% del fabbisogno da energia rinnovabile prodotta in casa grazie soprattutto a impianti fotovoltaici. La rete ferroviaria sarà collegata con porti e aeroporti, e le strategie delle Fs usciranno dalle stazioni, contribuendo a rinnovare le città (le Fs sono grandi proprietari di aree e immobili), con progetti di riqualificazione e con la costruzione di parcheggi. Saranno valorizzate le collaborazioni con i sistemi di trasporto urbano (si pensi anche, per esempio, al car sharing) e con le reti di trasporto pubblico su gomma, e saranno costruiti centinaia di parcheggi per accompagnare il passeggero durante l'intero corso del suo viaggio, in ogni segmento.
E' l'Italia che verrà. Fatta anche di un raddoppio del trasporto merci, più razionale e più ecologico ma tuttora marginale rispetto a quello su gomma. L'investimento complessivo di 190 miliardi, di cui 25 provenienti dal Pnrr per infrastrutture, porterà all'assunzione di 40mila persone. Lo sviluppo avrà una sua organizzazione costruita su quattro settori affidati a società capogruppo che fanno capo alla holding. A Rfi, che è sempre stata la società delle infrastrutture, faranno riferimento Anas, Italferr e Fse Infra: è il polo più importante e gestirà 110 miliardi di investimenti nell'infrastruttura ferroviaria e 50 miliardi nelle infrastrutture stradali; il grosso degli investimenti così come la più importante quota di assunzioni - riguarderà gli anni tra il 2024 e il 2026, con circa 20 miliardi all'anno. Il secondo polo è il trasporto passeggeri che fa capo a Trenitalia, con BusItalia, Fse Pax e Netinera. Gli investimenti saranno nell'ordine dei 15 miliardi, con 46 nuovi treni ad alta velocità, 34 intercity e 449 regionali, più per la gomma 4.660 nuovi bus. L'aumento dell'offerta di treni sarà, a fine piano, del 20%, mentre è previsto un significativo aumento del fattore di riempimento.
Il terzo polo farà capo a Mercitalia Logistics (con Mercitalia Rails, Mercitalia Intermodals e T Logistic), con investimenti per 2,5 miliardi tra materiale rotabile, terminal intermodali e piattaforme logistiche: Oggi ha detto Ferraris la quota di merci trasportate su rotaia è pari all'11% del totale; FS ha la metà, il 5%, quota che vogliamo raddoppiare.
Infine, il quarto settore strategico si configura come Polo riferito alle città, fa capo da Sistemi Urbani e prevede investimenti per la gestione e la valorizzazione degli asset immobiliari del gruppo, con l'obbiettivo di riqualificare i tessuti cittadini con un investimento di 1,5 miliardi: saranno rigenerati circa 24 milioni di metri quadrati. Nel corso del piano i parcheggi passeranno da 84 a 250, con 20 mila posti auto in più. Alla cifra complessiva di 190 miliardi di investimenti si arriva con altri 11 miliardi di investimenti della holding.
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