Generali fa 2,1 miliardi di profitti

Donnet alza il dividendo: «Pronti allo shopping»

Generali fa 2,1 miliardi di profitti

Generali aumenta del 6% il dividendo a 85 centesimi grazie all'utile netto di 2,11 miliardi messo a segno nel 2017 (+1,4%) e a un risultato operativo record da 4,9 miliardi (+2,3%). E apre il cantiere sul nuovo piano industriale che sarà presentato il 21 novembre a Milano. Il combined ratio (che misura la parte dei premi utilizzata per coprire il costo dei sinistri, le spese di gestione e le provvigioni alla rete), pari a 92,8%, si conferma il migliore tra i concorrenti. In particolare, al netto dei sinistri catastrofali, l'incidenza dei sinistri sui premi è migliorata dello 0,6% al 62,9%. La Borsa approva: il Leone ha chiuso la seduta con un rialzo del 2,5% a 15,7 euro.

I conti 2017 sono stati illustrati ieri dall'ad, Philippe Donnet, che ha sottolineato che Generali completerà entro l'anno il previsto programma di dismissioni di asset non strategici. «L'importo di un miliardo di proventi previsto sarà probabilmente superato», ha aggiunto Donnet ma l'aspettativa «non include» la possibile vendita di Generali Leben, per la quale proseguono le valutazioni. Donnet non esclude possibili acquisizioni: dopo la mossa con cui Axa ha comprato l'americana XL Group, «anche noi guardiamo a opportunità se ci consentono di accelerare la nostra strategia e su questo non c'è cambiamento». Sul fronte delle acquisizioni, dunque, Generali «è allo stesso tempo opportunista e disciplinata». Di certo, «abbiamo tre core business: Danni, Vita, Asset & Wealth Management e non abbiamo nessuna intenzione di entrare in quello della riassicurazione». Su una possibile partnership con Poste, che vuole scommettere sulle polizze Rc auto, Donnet si è limitato ad assicurare la disponibilità del Leone «se hanno interesse a lavorare con noi». Infine, sul rischio di instabilità dopo le elezioni l'ad ha ricordato che la compagnia opera «in più di 50 Paesi, sul piano politico non è l'Italia che mi preoccupa di più.

È una democrazia con istituzioni solide, in grado di garantire la stabilità anche all'interno dell'Europa. Le elezioni non sono un rischio». L'esposizione del Leone in Btp è, intanto, scesa di 1,9 miliardi a 64,2 miliardi nel 2017.

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