Cosa accade al supermercato: la verità sui prezzi dei prodotti

Uno studio di Altroconsumo mostra le abitudini dei consumatori. Mette a confronto i prezzi e certifica, per quest’anno, la supremazia dei prodotti bio

Cosa accade al supermercato: la verità sui prezzi dei prodotti

Le famiglie italiane, secondo gli ultimi dati Istat, destinano in media 6.570 euro ogni anno alla spesa. Non proprio spicci. Altroconsumo ha recentemente pubblicato uno studio su questo tema. Un report molto interessante che ci consegna un quadro dettagliato sulle abitudini dei cittadini e su quanto questi possono risparmiare. Tra le righe si evidenziano dati significativi. Qualcosa che permette ai consumatori di accantonare anche cifre superiori ai 1.700 euro annui. Grazie a questa inchiesta annuale sulle grandi catene della grande distribuzione, Altroconsumo è riuscita a fornire le indicazioni che possono aiutare a tenere il carrello pieno spendendo meno denaro. Nella preziosa classifica sono stati presi in esame anche i supermarket specializzati nella vendita di prodotti bio che si affiancano alle cifre riguardanti gli altri supermercati e i discount.

Partiamo dal risparmio. Il nord-est batte tutti. Se si analizzano le prime 13 posizioni in classifica, ben 10 sono occupate da punti vendita ubicati nelle regioni di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il motivo è semplice: in queste regioni sono concentrate catene di carattere locale (come Alì Supermercati e Rossetto) con una forte vocazione alla convenienza. Lo spiega il Corriere della Sera. Opposta è la situazione al sud. Per trovare la prima città meridionale si deve scendere sino al diciottesimo posto. Qui troveremo Napoli. La minore concorrenza esistente nel Mezzogiorno riduce la propensione alla convenienza. E si traduce in una minore possibilità di risparmio per i consumatori. Della serie, la libertà in fatto di economia, giova a tutti.

L'oscillazione dei prezzi e il capitolo bio

È interessante analizzare poi un altro dato. Altroconsumo mostra oscillazioni di prezzo pari al 250%. Ciò significa che lo stesso prodotto si trova in un punto vendita a un prezzo più che triplo rispetto a un altro punto vendita. Il perché è presto detto. A riguardo, un peso importante ce l’hanno le promozioni che possono portare a un drastico abbassamento dei costi. In parallelo va valutato l’indice di rotazione di un certo prodotto, vale a dire il numero di volte in cui, in un dato periodo, si rinnova sugli scaffali. Tanto maggiore è la rotazione, tanto minore è la necessità di fare leva sul prezzo.

Poi c’è il capitolo bio. È un vero e proprio boom, anche se ci troviamo immersi in una terribile crisi economica innescata dal Covid. Vale 1.650 milioni di euro e cresce al ritmo del 5,7% all’anno. Questo settore conta oggi una media di 900 referenze per punto vendita. Di fatto, negli ultimi anni, l’offerta bio si è allargata sia in termini di categorie merceologiche (si va dall’ortofrutta ai cosmetici) sia in termini di brand. Rilevante è la presenza delle marche che fanno capo all’insegna stessa. È il caso, per esempio, di Esselunga Bio, di Viviverde Coop oppure di Verso Natura Bio di Conad. Anche i discount propongono linee bio con il proprio marchio come Natura Felice di Aldi, Amo Essere Biologico di Eurospin o Bio Organic di Lidl.

Al forte aumento dei prodotti biologici si accompagna la crisi del comparto estero. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il gruppo Auchan che ha venduto a Conad. Ma alcuni anni fa era stato il turno dell’insegna austriaca Billa e, prima ancora, della francese Intermarché. In soldoni, possiamo dire che le aziende alimentari straniere faticano ad affermarsi nel nostro Paese. Da un lato perché le caratteristiche del consumatore italiano che, soprattutto nel food, è competente ed esigente. Dall’altro lato la concorrenza agguerrita sia dei player nazionali sia delle altre tipologie di punto vendita. In particolare i negozi di vicinato continuano ad avere un ruolo chiave. E convincono i consumatori.

Le marche d'insegna e i discount

Interessante notare il ruolo delle marche d’insegna. Spesso coincidono con il nome del supermercato e offrono ottime opportunità di risparmio. Hanno, infatti, un prezzo più basso pur garantendo di solito un buon livello qualitativo. In molti casi la produzione avviene negli stessi stabilimenti utilizzati dalle grandi marche. Qui l’insegna con i prezzi migliori è Dok, catena di supermercati molto diffusa nel sud del Paese. Al secondo posto si colloca Conad, seguita da Iperfamila, Ipercoop e Super A&O.

Infine, il dato sui discount. L’inchiesta di Altroconsumo mostra come questo genere di negozi sia il canale più conveniente. L’oscar di catena più economica viene vinto da Aldi, insegna tedesca sbarcata da qualche tempo in Italia. Al secondo posto si trovano Eurospin e Md (parimerito), seguiti da Penny.

Questo è il quadro della situazione.

Piace rilevare che i negozi di prossimità, l’alimentari sotto casa per essere chiari, soprattutto al centro e al sud resta un punto di riferimento. Ma le grandi catene spingono per sverniciare dalle insegne questo primato.

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