Strano ma vero: la Grecia della possibile, imminente, uscita dall'euro rappresenta il mercato con la maggior crescita di importazioni di champagne.
La vendita delle celeberrime bollicine sui mercati ellenici è cresciuta del 18% nell'ultimo anno, mentre in Francia il consumo è sceso dell'1,9%. Un dato che non deve sorprendere, poiché già nel 2013 il consumo dello champagne in Grecia era cresciuto del 56%, grazie sopratutto agli acquisti dei ricchi turisti stranieri. Non a caso, le isole su cui si stappano più bottiglie sono Mykonos e Santorini, due paradisi del turismo che la crisi sembra aver toccato ben poco.
In termine di valori assoluti, tuttavia, si parla comunque di numeri contenuti. L'anno scorso in Grecia sono stati consumati 300.000 litri del famoso vino francese: un'inezia, se comparato ai centosette milioni di litri bevuti in Francia o ai venti stappati in Gran Bretagna.
Certo, sarebbe sbagliato interpretare la crescita nei consumi di un bene pur di lusso come lo champagne alla stregua di un segnale incoraggiante per la ripresa dell'economia ellenica. Il dato indica piuttosto l'immutato interesse dei turisti di tutto il mondo per la Grecia.
Eppure, se il governo di Alexis Tsipras dovesse iniziare a tassare pesantemente il turismo, magari per far fronte alle conseguenze di un possibile "Grexit", anche i consumi dei turisti potrebbero precipitare.
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