I temi green in generale e della lotta ai cambiamenti climatici fanno ormai parte del vivere quotidiano. Ed è incessante il bombardamento di messaggi su prodotti a emissioni zero, che abbattono drasticamente la CO2, che sono sostenibili e riciclabili al 100%. Per le aziende, dimostrare di essere green, oltre a fare immagine, vuol dire vendere di più, ma è importante esserlo veramente e non diffondere rivendicazioni che non corrispondono alla realtà. È il fenomeno del greenwashing (le strategie di marketing e comunicazione di soggetti vari che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne il reale impatto ambientale) che ha visto il Tribunale di Gorizia emettere la prima ordinanza cautelare di una Corte italiana (e tra le prime in Europa).
Il giudice ha infatti accolto il ricorso d'urgenza presentato dall'azienda Alcantara nei confronti di Miko, società friulana che commercializza il materiale «Dinamica», utilizzato anche su alcuni modelli di auto. Nel mirino, in proposito, sono finiti slogan del tipo: «Microfibra ecologica», «amica dell'ambiente», «scelta naturale». Tutti messaggi, per il giudice, «molto generici che sicuramente creano nel consumatore un'immagine green dell'azienda... Alcuni concetti riportati trovano smentita nella stessa composizione e derivazione del materiale».
A entrare nel merito è stata «Save the Planet», associazione no profit che promuove azioni concrete pro ambiente. «Lavoriamo per una transizione ecologica reale e non di facciata - così la presidente Elena Stoppioni - e, per questo, l'iniziativa realizzata con Alcantara può diventare una prima, fondamentale case history in tema di greenwashing». «Il Tribunale di Gorizia - aggiunge Gianluca De Cristofaro, socio di Lca Studio Legale di Milano, che ha assistito Alcantara - ha rilevato come le virtù ecologiche decantate da un'impresa o da un prodotto possono influenzare le scelte di acquisto; le dichiarazioni ambientali devono essere basate su dati scientifici presentati in modo comprensibile». Uno studio di McKinsey spiega come siano intorno il 70% i consumatori che nelle loro scelte di acquisto sono pronti a optare per prodotti eco-friendly rispetto a quelli tradizionali, anche pagando prezzi più salati. Ma il danno può essere anche di carattere finanziario poiché le obbligazioni green - nelle stime di S&P - a fine 2021 potrebbero superare i 1.
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