Gualtieri in pressing sul Mes. Adesso il governo può saltare

Il ministro ha spiegato ai capidelegazione della maggioranza che il Mes serve. Ma i grillini: "Farsa, c'è Recovery Fund"

Gualtieri in pressing sul Mes. Adesso il governo può saltare

Archiviata l'ubriacante "vittoria" conseguita in Europa, per Giuseppe Conte è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà. Già, perché, a ben vedere, il presunto trionfo ottenuto dal premier durante l'ultimo Consiglio europeo assomiglia molto di più alla classica vittoria di Pirro. E perché lo spauracchio del Mes, tanto osteggiato dal Movimento 5 Stelle, potrebbe presto tornare a infestare i sogni dei grillini, minacciandone perfino la tenuta.

Conte è tornato a casa sventolando ai quattro venti l'accordo sul Recovery Fund, un piano dal valore di 750 miliardi (390 di sovvenzioni e 360 di prestiti) che riserverà all'Italia 127 miliardi di prestiti e un'ottantina di grants, cioè finanziamenti a fondo perduto.

Il problema è che questi soldi, al netto delle contropartite da sacrificare per accontentare Bruxelles, non arriveranno adesso, ora che la crisi sta mordendo famiglie e imprese. Saranno disponibili a "rate" e la prima consistente tranche non uscirà dal rubinetto prima del 2021. Come se non bastasse, i soldi del Recovery Fund sono vincolati a una sorta di condizionalità progettuale. La luce verde scatterà soltanto dopo la presentazione da parte dei governi di piani ben definiti.

C'è poi da considerare il capitolo dei prestiti. A quanto pare i 120 miliardi potranno essere mobilitabili soltanto al termine dell'erogazione delle sovvenzioni a fondo perduto. Se le prime analisi dovessero essere confermate, tutto verrebbe rimandato al 2024.

Casse vuote

Per l'Italia si prospettano tempi biblici. In mezzo a tutto questo le casse pubbliche dello Stato piangono sangue. Al netto del terzo scostamento di bilancio di 25 miliardi, il governo non può permettersi di aspettare il salvagente di Bruxelles. È per questo che, secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, Roberto Gualtieri ha spiegato ai capidelegazione della maggioranza che il Mes diventa cruciale per alleggerire la pressione sul Tesoro.

Anche perché i soldi del Mes, 37 miliardi da spendere in sanità, una volta richiesti sarebbero disponibili all'istante. Pd e Italia Viva chiedono da giorni di usare tutte le risorse sul tavolo, mentre il Movimento 5 Stelle non ha alcuna intenzione di ricorrere al Fondo salva-Stati e rimandano la decisione.

In una nota congiunta, i deputati e le deputate del M5s in commissione Politiche Ue hanno scritto che il dibattito sul Mes "inizia a essere farsesco oltre che iniziare a stancare i cittadini italiani". D'altronde, sostengono i pentastellati riferendosi al Consiglio europeo, pochi giorni fa "abbiamo strappato un accordo storico a Bruxelles ottenendo 209 miliardi con il Recovery fund".

La posizione dei grillini è chiara. Dato il "successo straordinario" ottenuto da Conte, la priorità non è parlare del Mes ma decidere come "investire al meglio le risorse provenienti dal Recovery Fund e, nel frattempo, capire i criteri per spendere le ingenti somme già stanziate con l'ulteriore scostamento di bilancio".

Non manca un attacco alle forze di maggioranza, a cui viene consigliato di "lasciar perdere con i tormentoni che non servono al Paese''. Dulcis in fundo, nella nota viene ribadito che ''i conti dell'Italia sono in ordine" e che "gli ultimi dati di cassa disponibili ci parlano di oltre 60 miliardi disponibili per maggio e di emissioni per oltre 54 miliardi per giugno". Il problema, insomma, a detta del Movimento 5 Stelle "non è reperire nuove risorse" ma capire "come investire quelle che già abbiamo''.

Matteo Salvini, dal canto suo, ha attaccato Gualtieri e il Pd. "Pur di rifilarci il Mes come pretende il suo Pd, il ministro Gualtieri parla di problemi di cassa per l'Italia", ha affermato il segretario della Lega. "Dopo mesi di lockdown cosa si aspettava? - ha aggiunto Salvini - Quello di Gualtieri è un pessimo segnale per i mercati e un'assurdità dopo i successi delle ultime aste dei Btp. Anziché gli italiani, il Pd tutela gli interessi della Troika. Questo governo mette in pericolo l'Italia''.

C'è poi un'altra grana che il governo giallorosso farebbe bene a considerare. Nel caso in cui non dovesse essere prorogato lo stato di emergenza, non potranno essere prorogati ammortizzatori sociali come il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione. A quel punto niente e nessuno potrà disinnescare la “bomba sociale” che minaccia l'esecutivo.

Tre opzioni per Gualtieri

Il ministro Gualtieri deve trovare una soluzione in fretta. Al momento tre sono le strade che può scegliere di intraprendere. La prima: chiedere un anticipo dal bilancio dell'Unione europea. La seconda consiste nel puntare tutto su nuove tasse europee che metterebbero nel mirino le multinazionali e non i cittadini (ad esempio la web tax). La terza: emettere altri titoli di Stato.

Non è da escludere, fa notare Dagospia, che Roma possa scegliere di ricorrere a un mix di queste opzioni. Ma, una volta raccolti i fondi, chi li gestirà? Qui ci troviamo di fronte all'ennesimo rebus.

C'è chi vorrebbe affidarli ai singoli ministeri (Zingaretti), chi preferirebbe gestirli personalmente (Conte) e chi (Di Maio) li darebbe volentieri in gestione al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fracarro.

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