Non più solo voci e ipotesi: il governo è pronto a dichiarare guerra al contante. E lo farà con la manovra autunnale con cui conta di recuperare circa 17 miliardi di euro nel 2020.
Allo studio da parte di Roberto Gualtieri c'è infatti un pacchetto di misure per contrastare l'evasione fiscale aumentando la tracciabilità delle transazioni (e le imposte ad esse collegate, ovviamente) con l'incentivazione all'uso delle carte bancarie e delle altre modalità di pagamento elettronico. Tutte modalità ora - tra l'altro - soggette spesso a commissioni e balzelli a carico dei commercianti.
Diverse le opzioni al momento sul tavolo. C'è quella di Confesercenti che propone l'introduzione di un credito d'imposta del 2% sugli acquisti per chi usa carte di credito e bancomat. In pratica lo Stato restituirà ai contribuenti una parte delle somme spese - a patto che non si usino contanti -. Secondo i calcoli, si parla di un costo di circa 9 miliardi di euro, coperti però dall'aumento delle entrate fiscali (Iva in primis), oltre al fatto che scenderebbe il nero non dichiarato dai commercianti. In cambio i negozianti dovrebbero ottenere l'esenzione dal pagamento delle commissioni per i micro-pagamenti (almeno fino a 30 euro).
Un'altra ipotesi è quella di tassare il contante. Strada osteggiata da Confcommercio perché mette a rischio "i tantissimi che certo evasori non sono e che semplicemente fanno ricorso a moneta legale sotto forma di carta moneta o moneta metallica". Molto meglio, secondo l'associazione, legare il sistema di detrazioni e deduzioni al pagamento con carte o incentivare la diffusione di bancomat senza costi di emissione per i cittadini di età superiore ai 65 anni.
Al momento l'idea di obbligare tutti gli esercizi commerciali a dotarsi di un pos per il pagamento con le carte ha dato pochi risultati: senza sanzioni per chi non lo utilizza, i commercianti possono
non accettare pagamenti elettronici per somme molto basse (quelle su cui pesa maggiormente la commissione bancaria).Ma la lotta al contante è solo iniziata. E il Conte bis sembra non aver affatto intenzione di rinunciarci.
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