La guida alla nuova direttiva: cosa cambia per le case

Dopo la retromarcia sul divieto di vendite e affitti per case ed edifici in classe G, la Commissione Europea stila le linee guide con le nuove direttive: ecco quali

La guida alla nuova direttiva: cosa cambia per le case

Dopo aver fatto retromarcia sulla proposta folle di vietare vendite e affitti di case ed edifici se facenti parte della classe energetica G, la Commissione Europea aggiusta il tiro, si rimangia quanto detto e propone nuove direttive.

Le nuove linee guida

Secondo quanto previsto dalla nuova bozza Ue sull'efficientamento energetico degli immobili, "il 15% del patrimonio edilizio con le prestazioni peggiori di ciascuno Stato Ue dovrà essere ammodernato dalla classificazione energetica G alla classe F entro il 2027 per gli edifici non residenziali ed entro il 2030 per gli edifici residenziali". La richiesta rientra nell'ottica della Commissione che vorrebbe, entro il 2050, che case ed edifici siano ad emissioni zero. In questo modo, e gradualmente, si parte dal basso per arrivare alla classe A4 (la migliore in assoluto). Ciò significa che gli edifici devono consumare poca energia, essere alimentati il più possibile da fonti rinnovabili, non emettere direttamente emissioni di carbonio da combustibili fossili e devono indicare le loro emissioni dell'intero ciclo di vita sul loro certificato di prestazione energetica.

"Necessario un sostegno finanziario"

Per questo motivo, si legge nel documento Ue riportato da Agi, "entro il 2025, tutti i certificati devono essere basati su una scala armonizzata da A a G" e "i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno pienamente integrati nei piani nazionali per l'energia e il clima". Un colpo di bacchetta magica, però, non è possibile: è per questo motivo che se si vogliono raggiungere gli obiettivi della proposta di direttiva sulla performance energetica degli edifici, "un sostegno finanziario è e sarà sicuramente necessario in molti casi" e "si potrà ottenere un sostegno dal governo italiano e dall'Unione europea per aumentare il valore della propria casa e ridurre la propria bolletta energetica", ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, nella conferenza stampa di presentazione del testo, parlando in italiano.

"Ci vuole un pò di sforzo, sì - ha aggiunto il commissario europeo responsabile del Green deal - ma sicuramente ne vale la pena". Ammodernando gli edifici si riduranno "le emissioni che causano circa 400 mila morti premature in Europa ogni anno", ha concluso Timmermans nel suo messaggio rivolto all'Italia.

Il problema dei costi

Per quanto riguarda i costi più elevati per i proprietari di case o per l'industria, la Commissione ha indicato che "la ristrutturazione energetica si ripaga nel tempo, generando risparmi in bolletta energetica, che generalmente sono un multiplo dell'investimento necessario per migliorare le prestazioni di un edificio". La proposta vuole a ridurre i costi per proprietari e inquilini concentrandosi sugli edifici in cui la ristrutturazione è la più conveniente e comporta i maggiori risparmi sul consumo di energia, sul prezzo della CO2, sulle tasse e sulle tariffè.

Oggi, una casa che fa parte della classe energetica G consuma mediamente 10 volte di più di un edificio a energia quasi zero o di un edificio a zero emissioni (classe A4). Aggiornando questi edifici e portandoli da G ad F "innescherà tra 4,6-6,2 Mtep all'anno di risparmio energetico in tutta la Ue", si legge sul rapporto.

Un upgrade ancora maggiore che porti le case alla energetica E "attiverà circa 2/3 in più di risparmio energetico". Secondo la proposta della Commissione, la ristrutturazione dal livello G al livello F della scala dell'attestato di prestazione energetica si applicherebbe a circa 30 milioni di unità immobiliari.

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