Hilton & C., volano i ricavi Airbnb non fa più paura

Affari a 28 miliardi (+7%), crescita doppia rispetto al pre-Covid. In Italia sono 155 i brand internazionali

Hilton & C., volano i ricavi Airbnb non fa più paura
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Il turismo vola e le catene alberghiere mondiali superano il 2019, anno precedente alla pandemia e punto di riferimento fino ad ora per analizzare l'evoluzione del settore. Non solo. Da Marriott a Hilton, passando per Hyatt, Accor, IHG, Choice, Wyndham, Meliá e NH si registra, nel primo semestre del 2024 un dato record: un fatturato cumulato di 28 miliardi (+7% sul 2023), il doppio del 2019. Segno che non solo la crisi generata dalla pandemia è stata superata, ma che il settore non è mai stato così florido. Anche per questo, la pressione dei player globali sull'Italia è altissima: 155 brand internazionali sono presenti in Italia, erano «solo» 75 appena dieci anni fa (+100%). E puntano a crescenti investimenti. I gruppi alberghieri con il maggior numero di hotel nel Belpaese sono Best Western, Accor, Marriott, B&B Hotels, Minor Hotels, che detengono il 19% degli hotel di catena in Italia. Le prime tre catene domestiche, per numero di hotel, sono invece Una, Apogia Hotels e Iti Hotels.

Secondo la società di consulenza Thrends, nel decennio, gli hotel in Italia sono passati da 1.300 a 2.200 (+65%), mentre le camere da 146mila a oltre 216mila (+48%). Il tasso di penetrazione delle catene alberghiere (in termini di camere) è quindi passato dal 13,4% del 2013, valore molto modesto a confronto con le dinamiche di altri player mondiali del turismo, al 20,1% di oggi. Questa evoluzione dimostra come le catene abbiano iniziato ad accettare, nella loro espansione, anche dimensioni più ridotte, caratteristiche del panorama immobiliare italiano.

D'altra parte, le catene alberghiere (soprattutto quelle internazionali) continuano a dare priorità alla loro espansione nelle prime quattro città italiane: Roma, Milano, Venezia e Firenze sono le destinazioni con il maggior numero di alberghi di catena (il 39% del totale).

Nei prossimi anni (2024-2027) è in programma lo sviluppo e/o affiliazione di 232 hotel, di cui il 68% appartenenti a gruppi internazionali.

Il 32% delle nuove aperture è rappresentato da hotel che entreranno a far parte di una catena domestica, mentre il restante 68% di catene internazionali: il 32% americane, il 16% francesi, l'8% spagnole. L'Italia, insomma, è terra di conquista.

Tornando ai numeri del primo semestre, Marriott International, il maggior gruppo al mondo ha fatturato 12,4 miliardi, un 6% in più rispetto allo stesso periodo del 2023 e un 20% sul primo semestre 2019.

Con 7.800 hotel e 1,2 milioni di abitazioni in 126 paesi, Hilton ha superato i 5,5 miliardi di dollari (+12% e +11% sul 2019). IHG ha superato i 2,3 miliardi, NH i 71 milioni e Meliá ha guadagnato un 11% in più, fino a 51 milioni. La francese Accor è arrivata a 2,6 miliardi. Wyndham Hotels & Resorts a 671 milioni.

Tra le italiane, la distanza è siderale con Una Hotel che ha chiuso il 2023 con ricavi pari a 208 milioni, seppur in aumento del 40% sul 2022.

Nel futuro prossimo si prevede l'apertura di 232 nuovi

hotel, con un occhio di riguardo per le catene internazionali, che promettono di portare una ventata di novità nelle città d'arte e nelle destinazioni leisure, puntando a superare il 22% di presenza sul mercato entro il 2027.

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