Poco sopra i 19 miliardi per gli spagnoli di Acs in consorzio con Global Infrastructure Partners e Brookfield Infrastructure e almeno 13 miliardi per i Benetton (con Blackstone), che hanno già il 33% del capitale di Atlantia. È questo l'esborso (minimo) stimato dagli analisti per le squadre, alla finestra, che puntano al controllo del gruppo attraverso un'offerta pubblica di acquisto. L'idea è che si parta da un'offerta minima di 23 euro ad azione, la base da cui muovere per mettere le mani sulla holding infrastrutturale. Ma tutto è ancora da scrivere. I protagonisti del possibile affondo finanziario sono venuti allo scoperto (Perez ha anche messo a punto un'offerta preliminare), e i Benetton hanno respinto le avances: «L'investimento in Atlantia ha natura strategica ed è intendimento di Edizione continuare a concorrere allo sviluppo sostenibile del suo valore. Ma ancora nessuno ha fatto la prima mossa. Andrà in scena davvero una guerra a suon di offerte?
Quello che è certo è il bottino in palio. Innanzitutto una bella fetta di liquidità visto che con la vendita di Aspi (ex Autostrade) a Cdp Atlantia porta a casa 8,2 miliardi. Non solo. Il gruppo, che dopo il balzo in Borsa del 6,9% di ieri capitalizza 16,9 miliardi, controlla e partecipa a una serie di società strategiche sia in Italia, sia all'estero. In particolare Aeroporti di Roma, lo scalo di Bologna, Aéroports de la Côte D'Azur e Azzurra Aeroporti che rappresentano un terzo del valore degli asset del gruppo. Poi ha il 15,5% di Getlink (che gestisce il tunnel sotto la Manica) e il 15,9% del costruttore tedesco Hochtief. E ancora Telapass (di cui ha ceduto il 49% per un miliardo) per fare acquisizioni nel fintech. Non mancano autostrade e concessioni estere con Atlantia Motorway e Abertis Motorway. Infine, a unire i contendenti (spagnoli e italiani) c'è la partecipazione del 50% più un'azione in Abertis. Proprio per questa partecipazione comune sembrerebbe che lo scenario preferito per Acs sia, ipotizza Bloomberg, "fare squadra" con i Benetton. "Atlantia sta uscendo da un periodo di 4 anni in cui difficilmente è stata considerata un oggetto di investimento e quindi l'interesse per il gruppo da parte di potenziali pretendenti è credibile, soprattutto considerando che l'attuale contesto inflazionistico ha reso gli asset reali molto desiderabili", dice un analista, osservando che l'ostacolo a un'offerta di Acs è rappresentato dal 33,1% in mano ai Benetton e per questo non si può escludere un accordo con Perez che metterebbe anche fine alla difficile convivenza in Abertis.
"In caso di takeover spiega Guglielmo Marzo Opipari di Bestinver - riteniamo che un'offerta per Atlantia potrebbe avere qualche possibilità di successo a non meno di 23 euro, il che significa con un premio del 21% sulla chiusura di mercoledì.
Un'Opa sopra i 25 euro rischierebbe invece di essere non più conveniente, anche se dipende molto dai piani del compratore. In caso di offerta a questi valori l'esborso per la cordata Benetton sarebbe di poco più di 15 miliardi e di 21,4 miliardi per il fronte spagnolo di Perez.
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