I lavoratori trasferiti avevano ragione, Bnl Bnp Paribas ora dovrà riassumerli. Questo ha stabilito una sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma, che ha cancellato la cessione del ramo d'azienda dell'Information Technology all'azienda di consulenza francese Capgemini, avvenuta nell'aprile del 2022. Operazione a cui i dipendenti si erano opposti. Ora il gruppo bancario dovrà reintegrare i circa 250 lavoratori trasferiti, con il giudice che ha condannato Bnl e Capgemini al pagamento delle spese di lite e al rimborso forfettario delle spese generali.
Venuto a conoscenza della sentenza, l'istituto guidato in Italia dall'ad Elena Goitini ha detto che «provvederà con effetto immediato a ripristinare il rapporto di lavoro con i colleghi interessati dalla sentenza», ma rimane altresì convinta «del valore industriale e strategico della partnership con Capgemini» e si riserva «ogni azione e l'eventuale ricorso per sostenere la propria posizione».
Ma quali sono le ragioni che hanno portato il tribunale a dare ragione ai lavoratori? Il ramo d'azienda ceduto, secondo i giudici, non aveva una sua autonomia operativa nello svolgimento della sua attività. In altre parole, si legge sul dispositivo della sentenza riportato da Startmag, i lavoratori trasferiti dovevano ancora fare riferimento «a quanto resta della società cedente». Ne consegue che, «seppure l'operazione intercorsa tra le resistenti sia formalmente qualificata come cessione di ramo d'azienda, il contratto non ricade, quanto agli effetti sui lavoratori, nell'ambito applicativo dell'articolo 2112 del Codice Civile (mantenimento dei diritti dei lavoratori nel trasferimento d'azienda; ndr)». Ragione per cui il trasferimento dei lavoratori rientra «nella diversa ipotesi di cessione del contratto, priva però del necessario consenso di una delle parti e come tale anch'essa senza effetto».
Esultano i sindacati che avevano promosso l'azione giudiziaria all'indomani dell'annuncio dell'operazione . «Il teorema a sostegno della cessione di ramo d'azienda da Bnl Bnp Paribas a Capgemini è stato sconfessato in giudizio», afferma la segreteria di coordinamento Fabi nel gruppo Bnl Bnp Paribas, «il giudice, nella sentenza di oggi, ha accolto le ragioni delle colleghe e dei colleghi che hanno fatto ricorso; ragioni che erano state sostenute da ben due giorni di sciopero proclamati da tutte le organizzazioni sindacali in risposta al sostanziale rifiuto della banca di cercare una soluzione condivisa».
La sentenza del Tribunale sulla divisione It è solo il primo tempo. Infatti, il tribunale di Roma sarà nuovamente chiamato a pronunciarsi per quanto riguarda la cessione dei sistemi di backoffice di Bnl ad Accenture, un'operazione che aveva riguardato circa 550 lavoratori.
«Questa sentenza precede quella che riguarda le altre cessioni di ramo d'azienda avvenute lo scorso anno nel backoffice», afferma Andrea D'Orazio, segretario responsabile Uilca del gruppo Bnl, «le organizzazioni sindacali da subito espressero forte contrarietà a queste operazioni di esternalizzazione, proponendo di ricorrere all'istituto del distacco».
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