I profitti Psa si fermano a quota 2,2 miliardi. Fca in pareggio, ma trimestre record in Usa

L'ad Tavares: "A fine anno il piano, avremo una strategia dirompente"

I profitti Psa si fermano a  quota 2,2 miliardi. Fca in pareggio, ma trimestre record in Usa

Fca e Psa, da metà gennaio uniti in Stellantis, nel 2020, nonostante pandemia e lockdown, hanno riportato margini e utili in positivo. Fca ha realizzato ricavi in calo da 108,1 a 86,6 miliardi, un Ebit rettificato di 3,7 miliardi (-44%, migliore comunque rispetto alle previsioni di ottobre ferme a 3,5 miliardi) e un utile in pareggio, ma nella versione adjusted di 1,9 miliardi. Risultati record nel quarto trimestre, oltre le stime per le vendite negli Usa, con un Ebit rettificato a 2,3 miliardi.

Per Psa, invece, utile netto di 2,2 miliardi, in calo dai 3,2 miliardi del 2019, e ricavi scesi a 74,7 miliardi dai 60,7 dell'anno prima. Il cda del gruppo ha proposto la distribuzione di un dividendo da 1 miliardo agli azionisti, come indicato dalla revisione degli accordi nello scorso settembre. A Piazza Affari, ieri, giornata a due velocità: ok Stellantis in partenza, poi finale a -0,2%. Sommando le vendite di Fca e Psa si è sfiorata, nel 2020, quota 6 milioni, con il 49% destinato all'Europa e il 31% agli Usa. Per il 2021, salvo lockdown significativi, la guidance del gruppo vede un margine operativo adjusted al 5,5 - 7,5%, stimando un mercato dell'auto in ripresa, con un andamento negli Usa a +8%, Sud America +20%, Europa +10%, Medio Oriente e Africa +3%, India con Asia Pacifico +3%, quindi Cina +5%.

Intanto, il piano industriale di Stellantis («dirompente e di crescita», ha assicurato l'ad Carlos Tavares) arriverà a fine anno o a inizio 2022, delineando tutte le strategie fino al 2030. «Siamo felici di iniziare questo nuovo capitolo - il commento di Tavares - ed entro il 2025 avremo il controllo dell'intera catena del valore nell'elettrico. Alfa Romeo? Può fare meglio in Europa e negli Usa.

Lancia? può crescere nei Paesi più vicini all'Italia».

Da parte sindacale, infine, Rocco Palombella (Uilm) chiede un incontro urgente con l'ad. I timori riguardano i nodi dell'insostenibilità finanziaria e organizzativa delle fabbriche italiane.

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